di Royston Vince
Bremain è la nuova rubrica di Talassa, a cura di Royston Vince, che se ne frega del Brexit. Royston – musicista inglese laureato presso l’istituto di musica Colchester, membro dei Petros Singers e professore di musica presso una scuola di Londra – vi consiglierà, di volta in volta, una canzone di un artista britannico. Poi vi spiegherà in un video, che trovate sempre in fondo all’articolo, la sua interpretazione del brano scelto, parlando prima in italiano e poi in inglese. Insomma, un’ottima occasione per scoprire musica di qualità, ripassando un po’ d’inglese: cosa volete di più?
Era il 1998 e stavo per salire sul palco della mia università. Ad osservarmi, c’era un pubblico costituito da miei colleghi del terzo anno del corso di musica e due docenti che aspettavano di giudicarmi con carta bianca e penne in mano. Prima di cantare ero molto nervoso: tremavo dalla paura. Le uniche due cose che mi rassicuravano erano un pianista geniale e la musica che stavo per esibire.
Anche se furono scritti per necessità, cioè principalmente per guadagnare, i romanzi di Thomas Hardy (1840-1928) non rimasero solo nel canone della letteratura inglese, ma riuscirono a travalicare i confini britannici, parlandoci ancora oggi tramite rappresentazioni radiofoniche, film e serie tv. Eppure Hardy aveva sempre desiderato la carriera del poeta; un mestiere che, allora come adesso, è sempre stato quasi impossibile da praticare.
Non sorprende, allora, venire a sapere che le sue poesie rimasero dietro le quinte per un lungo periodo di tempo. Fortunatamente, il compositore inglese Gerald Finzi (1901-1956) seppe come mettere le sue parole in musica, dopo che, a causa di alcune tragedie personali, si avvicinò alla poesia, appassionandosi particolarmente a quella malinconica di Hardy.
Durante quel concerto del 1998, cantai una sequenza di 6 canzoni, composta da Finzi con i testi di Hardy, intitolata ‘‘Till Earth Outwears’’ (1956). Il brano che forse più mi ha lasciato il segno è proprio quello che vi consiglio oggi: ‘‘At a Lunar Eclipse’’, una canzone che vuole sottolineare quanto l’uomo sia insignificante al confronto della maestà della terra e della natura. Una lezione, insomma, che vale la pena ricordare di volta in volta.