Lunedì è un giorno difficile per tutti, soprattutto se ci si mette di mezzo anche la fine di una storia d’amore ed ogni maledetto giorno della settimana – non si capisce bene il perché – assomiglia proprio ad un eterno lunedì. Gazzelle – nuovo artista di punta di Maciste Dischi – ha pensato bene di risvegliarsi dai suoi lunedì con un album felicemente pop, che si fa cantare dalla prima all’ultima canzone e che non ha paura di raccontare gli inganni nella testa con melodie pronte ad ossessionarvi e una manciata di parole, senza esagere. Così come in “Superbattito”, anche per l’occasione di questa intervista, Flavio – di cui, a parte il nome e qualche foto sfocata, si sa ancora pochissimo – ci ha dedicato qualche breve battuta per capire meglio il suo album d’esordio: un nuovo, interessante capitolo del synth-pop made in Capitale.
Da dove spunta fuori Gazzelle?
Non lo so, forse è “solo un inganno della mia testa” 🙂
Perché, secondo te, sempre più giovani artisti sentono il bisogno di celarsi dietro qualcosa? Penso al sacchetto del pane in testa ai primi Cani, alle tue foto sfocate, al mondo in cui ha esordito Cambogia…
Per gli altri che hai citato non ne ho idea, per quanto mi riguarda perché volevo, soprattutto nella fase iniziale, dare importanza esclusivamente alla musica e non alla mia immagine. Anche un po’ per non buttarmici subito troppo dentro. Sono timido.
Sbaglio o hai una certa fissazione per i lunedì? Che musica ascolta Gazzelle il lunedì?
Sì, in generale per i giorni della settimana, ma non so bene il motivo. Di alcune parole mi piace anche solo il suono. E comunque il lunedì è un giorno difficile per me.
“Superbattito” sembra un’unica, grande canzone pop micidiale, legata alle stesse vicissitudini. In base a cosa hai deciso un singolo piuttosto che un altro? Sei legato a qualche brano in particolare?
Sì è vero, infatti è un disco che ho scritto tutto insieme praticamente, canzone dopo canzone, sentivo l’urgenza di farlo, di scriverlo. Volevo sfogarmi forse: è sempre stato così per me scrivere. L’unico modo che ho sempre avuto per esternare qualcosa. Sono timido (cit) 🙂