Cartoline Italiane, di Francesco Pascale, è una piccola corrispondenza illustrata dall’Italia in vacanza. Grandi classici e canzoni da riscoprire ci accompagnano in viaggio tra aneddoti curiosi e paesaggi musicali. Da stampare e inviare a chi si vuole bene.
grafiche di Francesco Pascale, testo di Gabriele Naddeo
A quello stesso, storico Festivalbar del 1992 che incorona Mare mare di Luca Carboni partecipa anche Mango con un brano che, pur non vincendo, lascerà lo stesso un segno importante nella storia della canzone italiana. Mediterraneo, scritta a quattro mani con Mogol, è la traccia d’apertura di ”Come l’acqua’‘ (1992) e un’opera totale dal punto di vista sensoriale. Il mediterraneo di Pino Mango è innanzitutto un tripudio di colori: esplicitamente citati (il bianco, l’azzurro, l’acqua scura quasi blu) o derivati dai numerosi riferimenti naturali del pezzo (le arance, il sole, una nuvola, i pini e gli ulivi). Partiti da un mediterraneo decisamente più terreno – da vedere, da mangiare, da scoprire – il luogo protagonista del brano poi diventa man mano sempre più simile al cantato inconfondibile dell’artista: etereo e solenne. Diventa così un mediterraneo da pregare, da soffrire sotto il sole, un mediterraneo per morire sotto il sole. Eppure sul finale Mango decide di restituire all’ascoltatore un’immagine positiva della luce. ”Lascia che entri il sole dentro te”, dice poco prima di chiudere il brano con una parola che, in realtà, più che concludere lascia ancora molto in sospeso: eternità.