Il club del disco: Hot W…heels

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Cara Ale,

l’invenzione del link e di Wikipedia hanno peggiorato sensibilmente la mia propensione ai voli pindarici. Per dirti, mentre scrivevo ”link” riflettevo che la versione italiana è ”collegamento ipertestuale” e mi chiedevo se mai qualcuno avesse usato questo termine in una frase qualunque. Tipo: ”fighissima sta canzone, mi mandi il collegamento ipertestuale?”. Che poi perché ”link” ha una sua traduzione ufficiale e, che ne so, smartphone no? Che sono sti favoritismi? Dicevamo: voli pindarici.

Per ovviare a questo problema e sopravvivere all’internet ogni tanto mi do dei limiti, altrimenti inizio mille libri, mille album e mille film senza finirli mai. A sto giro ho inventato un giochino nerd per gli ascolti. Funziona così: si parte da un album fresco di pubblicazione, poi se ne scelgono altri otto da ascoltare, prendendo sempre il primo come punto di riferimento.

Per inaugurare il giochino ho scelto ”W” di Populous, uscito il 22 maggio. Un po’ perché i precedenti ”Night Safari” e ”Azulejos” mi hanno fatto impazzire, un po’ perché condivido la passione di Populous per il sound latin e sudamericano. Poi mettici pure che la grafica del disco è pazzeska (con la k, in omaggio a Myss Keta che è anche in un featuring) così come è bellissimo il concept del disco: una celebrazione delle donne e della femminilità. Di fatto, W sta per Women, come ha puntualizzato il producer. 

Qui sotto trovi il risultato del giochino: nove album fighissimi da ascoltare e da inviare agli amici come collegamento ipertestuale.

(Foto collage)

Populous – W

Buscabulla – Regresa

Sotomayor – Origenes

Matilde Davoli – I’m Calling You From My Dreams

Chancha via Circuito – Bienaventuranza

Lucia Manca – Maledetto e Benedetto

Lido Pimienta – Miss Colombia

Iori’s eyes – Double Soul

Xenia Rubinos – Black Terry Cat

Saluti dal mio telefono senza fili multimediale,

gab.


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Caro Gab,

l’espressione “collegamento ipertestuale” mi riporta indietro nel tempo a quando, alla scuola elementare, assistemmo ad una lezione di informatica (per l’epoca l’equivalente di uno spoiler dal futuro) in cui ci venne spiegato come due cose immateriali potevano essere collegate immaterialmente da una specie di magia che mi rifiutai inconsciamente di comprendere perché “probabilmente non lo userò mai”.

Ed eccoci qua ad accumulare link salvati per dopo, a volare di sito in sito, di keyword in keyword (o preferisci che io dica “parola chiave”?) per costruirci una rete di simboli, concetti, informazioni. Per esempio l’ultimo volo pindarico che mi ha rimbalzato su e giù per la rete è iniziato così: un’amica mi manda il link del trailer di “Betty” nuova serie HBO in uscita proprio a maggio 2020.

Cos’è “Betty”? Uno spin-off di “Skate Kitchen”. Cos’è “Skate Kitchen”? Fortuna che dal trailer di “Betty”, un collegamento ipertestuale ti dice che “Skate Kitchen” è un film bellissimo di Crystal Moselle del 2018 in cui Camille, accolta da un gruppo di skater (girls only) trovato su Instagram, riesce a scrollarsi un po’ di dosso le frustrazioni che le vengono dalla famiglia.

Tutto ciò succede a Long Island, molto lontano da qui, quindi io, che sono una Camille cresciuta, più che di un link, ho bisogno di un wormhole spazio-temporale che mi catapulti in una L.A. anni 80 o, potendo scegliere, una Venice anni 70 così faccio il colpaccio e imparo a skateare direttamente con Stacey Peralta, Jay Adams e Tony Alva. Ma ecco il colpo di scena.

No, non ho verificato l’effettiva esistenza di wormhole. Ho scoperto su IG (proprio come Camille!) un gruppo di skater donne tutto italiano che sta scovando, una a una, le aspiranti skater nascoste d’Italia. Si chiama Belle Rotelle ed eccovelo ipertestualizzato. Fatevi sotto, la stagione si presta, le ginocchia si riparano e il video di “Caravan Girl” di Goldfrapp può farvi da tutorial!

Saluti al volo carvando,

Ale

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