“Milano parla piano” (e in italiano): Wrongonyou racconta il nuovo album track-by-track

di Alvise Danesin

Nell’intervista rilasciata per Talassa qualche mese fa, Marco Zitelli ci raccontava come il bisogno di cambiare e di mettersi in gioco lo avesse spinto verso la scrittura in italiano. Lo scorso 18 ottobre è uscito quindi “Milano parla piano”, secondo album di Wrongonyou, primo per Carosello Records e primo in italiano.


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“Milano parla piano” è stata una sfida per Marco: non solo cantare in italiano, abbattendo inevitabilmente quella barriera innalzata con la lingua straniera, ma anche il confronto con un primo lavoro che lo ha portato ad essere conosciuto e amato dal pubblico. Nel nuovo disco c’è ancora il suono e il mondo di Wrongonyou, “il Bon Iver italiano”, ma c’è anche molto di più. La chitarra rimane il cardine portante che si affianca però ad una voce limpida, melodie pop e testi intimi.
Di seguito Wrongonyou prova a raccontarci track-by-track il suo secondo lavoro in studio.

Atlante, prima traccia del disco, parla di un incontro, una dichiarazione d’amore rivolta a chi riesce a non farci più sentire soli, ma anzi, grandi come un gigante e capaci di reggere il mondo sulle spalle. Calma Calma è un’esortazione a vivere la vita più lentamente e a goderci il presente. La terza traccia, Solo noi due, scritto insieme a Zibba e prodotto da Francesco Catitti, racconta la giornata di una coppia di innamorati, di quelli che sentono la mancanza dell’altro non appena ci si separa. In Mi sbaglio da un po’ c’è la voglia di mettersi in discussione e di imparare dagli errori: «Se dici: “No no”, io imparerò/A cambiare, a cambiare/Come non lo so, però lo capirò/Che mi sbaglio, che mi sbaglio da un po’.» Il coro presente alla fine del brano è la voce di Marco, moltiplicata per 28!

Milano parla piano non a caso dà il titolo al disco, brano fondamentale dove si trovano le sensazioni di chi dalla campagna dei castelli romani, si ritrova a vivere nel pieno centro del capoluogo lombardo. In Più di prima e Perso ormai Marco racconta quanto può essere duro e crudele il mondo della musica, quanto sia importante non lasciarsi trasportare dalla corrente ma essere forti e affrontare le onde. A chiudere il disco è Ora, forse il pezzo più introspettivo in cui rimangono in sospeso molte domande e l’artista cerca di prendere coscienza del mondo in cui si trova e di capire quali saranno i prossimi passi.

Un disco pop, intimo e sincero, dove è possibile cogliere la maturità di Wrongonyou e che sarà interessante veder interpretare dal vivo nella prima parte del tour invernale che prenderà il via dopo la prima metà di novembre.