Il club del disco: Definitely Maybe

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Caro Gab,

tieniti forte. Nuovo singolo dei Cigarettes After Sex. Così nuovo, diverso e innovatore che ho paura che la musica sia cambiata per sempre. Niente, scusa ma non ce la faccio, si fluttua sempre in quei riverberi cupi e dolci che mi riportano alla mente una sala concerti semivuota e assonnata e le atmosfere fumose del sottosopra di Stranger Things

Per restare sui toni allegri c’è Lana Del Rey che però non ho avuto modo di sentire live e quindi non so, un suo concerto coi Cigarettes in apertura, quale punteggio mi farebbe ottenere sulla Scala di Glasgow. Di fatto “Norman Fucking Rockwell!” promette un gran bene visto che già nel titolo ti offre l’opportunità di scoprire il pittore che ha meglio rappresentato l’America del “realismo romantico” degli anni ’50. Mi piacciono le opere artistiche che ti fanno scoprire altre opere. E poi Lana è irresistibile quando mostra tutti i suoi muscoli in un brano dal titolo hope is a dangerous thing for a woman like me to have – but I have it. Non è irresistibile?

Mi chiedo quanti muscoli invece ci siano nelle zuffette tra Noel Gallagher e Dave Grohl. Pochi, mi viene da dire, ma in fondo ‘so ragaaazzi! Noel e Liam, che si tengono insieme poco più che con un pezzetto di scotch sui poster di chi non si arrende, festeggiano 25 anni di “Definitely Maybe” e lo fanno con una ristampa stratosferica che ha a che fare con doppi vinili color argento. Questa Limited Edition non mancherà di trovare posto sugli scaffali dei milioni di fan che i fratelli baruffa vantano in giro per il mondo. Quindi in fondo Justin non ha tutti i torti… Saranno sicuramente divertenti le uscite al vetriolo dei Gallagher, ma Dave e i FF vincono il Grammy della goliardia ogni anno dal 1995. English humor Vs goliardia americana è come dire, vuoi più bene a mamma o papà?

Torniamo seri e pensiamo al fatto che Robert Smith e FKA Twigs hanno annunciato il loro nuovo album: Smith lo impronterà sui recenti tragici fatti che hanno caratterizzato la sua vita, Tahliah sarà la più figa e la più bella del circondario per l’ennesima volta. Non so quale dei due mi farà più male. 

A te, Gab!
Ale


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Cara Ale,

Chi l’avrebbe mai detto che 25 anni dopo ”Definitely Maybe” il Regno Unito avrebbe provato più e più volte a scalfire la sua coolness britannica con un bigottissimo tentativo di Brexit. Che poi a pensarci bene i fratelli Gallagher con quell’album ci hanno dato con un paio di decenni d’anticipo la risposta perfetta alle domande sulla crisi politica dell’UK. Si farà la Brexit? Non si farà la Brexit? Definitely Maybe.

Mentre aspettiamo di capire cosa ne sarà dello scontro tra il governo e il parlamento di Londra, direi di approfittare dell’unico confine terrestre tra UK e UE per fare una capatina in Irlanda. Tu sei tornata da poco da Dublino, io ho appena fatto una ”visita guidata” molto particolare della città: da casa, con ”Dogrel” dei Fontaines D.C. sparato in cuffia. 

Ti capita mai di aspettare ”il momento giusto” per ascoltare un album, in quest’epoca di ascolti mordi e fuggi? A me è successo proprio con l’esordio della band irlandese, uscito lo scorso 12 aprile e arrivato ufficialmente nelle mie orecchie solo una manciata di giorni fa. Oggi, con il senno di poi, posso dire una cosa con certezza: che fesso – aspettare cinque mesi prima di convincersi ad ascoltare uno degli album dell’anno. 

”Dogrel” è un post-punk sincero che impone un totale coinvolgimento dell’ascoltatore. È un disco suonato bene, scritto anche meglio e con un numero di potenziali singoli tremendamente vicino al numero totale delle tracce dell’album. È soprattutto un album che sprizza Irishness e working class da tutti i pori, come suggerisce la scelta del titolo, presa da una forma poetica (il dogrel, appunto) riconducibile alla working class irlandese. Un album che comincia con la parola Dublin (nel brano Big) e finisce con una canzone dedicata alla città.

Tra l’altro, basta già il primissimo verso di Big per capire subito con chi abbiamo a che fare: ”Dublin in the rain is mine/a pregnant city with a catholic mind’‘ è una poesia cruda e diretta che racchiude senza mezzi termini e in pochissime parole la realtà dei fatti. Lotta ruvida al bigottismo di cui sopra, ma con stile: mica male.

A questo punto, già che siamo in tema di catholic mind, non mi resta che chiudere questa puntata del club del disco con una di quelle notizie che solo Kanye West ci sa regalare. ”Yandhi” – l’attesissimo album di Ye – non esce più. Al suo posto vedrà la luce ”Jesus is King’‘, come annunciato dal tweet di Kim Kardashian, con tanto di futura tracklist allegata. Sarà l’apice delle Sunday Sessions portate avanti da Kanye durante l’ultimo anno? Sembra proprio di sì, considerando che una delle tracce del nuovo album, Water, è stata già suonata dal vivo durante una delle sessioni domenicali. Uscirà davvero questo nuovo album o succederà come per “Yandhi”? 

Definitely.
Maybe.

Gab

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