Il club del disco: “Una storia che nasce, un’estate che muore”

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Cara Ale,

L’estate sta finendo. Non è solo un dato di fatto, ma anche il titolo della canzone più votata al nostro sondaggio della scorsa settimana. Il tormentone finto-allegro dei Righeira ha sorpassato di un pelo il tormentone da falò di Brunori, diventando a tutti gli effetti la colonna sonora della nostra estate, a quanto pare più malinonica che caciarona. Interessante poi notare le uniche due canzoni che non hanno ricevuto nessun voto: Caldo dei Diaframma (vergogniamoci) e Vamos a bailar di Paola e Chiara (che tanto continuerà a perseguitarci per sempre). Non mi resta che invitare tutti ad ascoltare a ripetizione la prima canzone e ballare la seconda senza pudore, come premio di consolazione.

L’estate sta finendo, dicevamo, e nuovi brani e nuovi album iniziano timidamente a spuntare. C’è Mura Masa che fa il tipico Mura Masa in compagnia di Clairo, in un pezzo che ha una produzione (e una clip) fresca fresca, ma stavolta, per quanto mi riguarda, un po’ sotto le aspettative. C’è poi il disco di Jay Som che ha bisogno di tempo per farsi apprezzare – come i libri da leggere in vacanza che assegnavano i prof al liceo – ma che alla fine conquisterà sia i fan della chitarra elettrica di Angel Olsen che quelli della chitarra acustica di Lucy Dacus. A proposito di estate e a proposito di Jay Som: a giugno 2018 un concerto dell’artista losangelina mi ha confermato il grande gusto della chitarrista per gli arrangiamenti e…per la scelta dei gruppi spalla! I Lazy Day l’anno scorso hanno aperto Jay Som, quest’anno i Bloc Party e l’anno prossimo gli auguro tanto di suonare a qualche festival internazionale di spessore. L’ep che hanno pubblicato nel 2019, ”Letters”, è una chicca che non verrà citata da nessuna classifica di fine anno, ma che vale assolutamente la pena ascoltare. Diciamo che se fossi un prof del liceo forse sarebbe proprio ”Letters” dei Lazy Day il ”libro” che assegnerei per le vacanze. Ma per fortuna non sono un prof e il liceo è finito da un pezzo e allora…

Vamos a bailar (che l’estate sta finendo)!

Gab


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Caro Gab,

Sono già in modalità autunnale sebbene i 31° che ho trovato di ritorno dalle verdi e fresche terre d’Irlanda tentino in tutti i modi di convincermi che sono nient’altro che un’illusa. 

A proposito di vacanze finite, proprio vagare per Dublino mi ha suscitato diversi quesiti ai quali spero tu o chiunque ne sappia, possa dare una risposta. Dal reparto magazine musica della catena di librerie Eason ai megastore di dischi, io ho visto una discografia e un’editoria musicale molto in salute. Com’è possibile tutto questo? Sentiamo di continuo che la carta non vende più, il disco fisico è obsoleto, il cd è morto e il vinile viene tenuto in vita con la sola alimentazione precaria della moda del vintage fino a quando reggerà. Chi sa spiegarmi perché fuori dai confini italiani sembra che esistano attività che non si svolgono solo su internet o per via immateriale? Mi arrovello mentre fantastico di scriverti da un parco comunale col free wi-fi.

Nell’attesa dell’illuminazione ti dico che il cielo di Dublino si è fatto vedere raramente, ma qua e là spuntavano riquadri di un cielo azzurro con nuvole rosate sopra il ritratto di una ragazza bionda di nome Taylor Swift. Dicono che “Lover” a sia il disco della maturità e le geordie super truccate già ne cantavano qualche nota sugli autobus a due piani. Le diamo una possibilità? Si può rispondere anche di no.

Tornando in casa nostra mi restano due cose di cui parlarti: il nuovo singolo di Dente e il divano dal quale guardo la nuova serie HBO “Euphoria”. Entrambe cose per cuori solidi, non te lo nascondo (certo, parlo anche del divano, vedessi che crepacuore quando devo alzarmi e lasciarlo).

Dente, di cui ti parlo proprio nel giorno che dà il titolo a una sua canzone, era via da qualche tempo, almeno discograficamente, visto che il tour con Guido Catalano l’ha comunque tenuto in giro per teatri. Dopo “Canzoni per metà”, decisamente un esperimento, chissà che strada avrà scelto? Ne avremo un assaggio il 30 agosto, cioè fra due giorni, cioè il giorno prima del 31 agosto, cioè il giorno prima del PRIMO SETTEMBRE…ok, scusate. L’autunno attrae e repelle, si sa, ma resto dell’idea che l’estate abbia stufato.

Come ti dicevo, autunno significa anche divano, plaid e tè (che per ora sono ancora ventilatore e coca ghiacciata) e quindi una serie tv da divorare. “Euphoria” non puoi guardartela in binge-watching a meno che tu non voglia piangere almeno una volta moltiplicata per otto episodi. Però ragazzi, le cose stanno così, il mondo sta messo così e quando un’opera regala una finestra, seppure dolorosa, sulla nostra realtà abbiamo quasi il dovere di guardarci dentro. Rue, Jules, Nate, Kat mi ricordano molto Tony, Effy, Cassie e Chris di Skins, ma sono passati più di 10 anni dalla serie della E4 britannica e con i tempi superveloci che viviamo possiamo prendere quei 10 anni e moltiplicarli almeno per due, tanto le cose cambiano alla svelta. E poi ha una colonna sonora da spavento.

Insomma, tante nuove storie per ricominciare! Spero che questo convinca i 31° di media ad arrendersi.

Divertiti tu che hai ancora voglia di andare a bailar, mio caro, io ti aspetto col bollitore acceso!

Ale

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