Live e Foto report degli Ex-Otago al Rock in Roma


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testo di Gianluca Marchionne
foto di Patrizia Migale

(Auto)ironia e sentimento. Cazzeggio e profondità. Elementi in apparenza contrastanti che una band esperta e appassionata sa mixare nelle giuste dosi. Come hanno dimostrato di saper fare gli Ex-Otago nella tappa di Roma del loro “La Notte Chiama Tour 2019”. Dopo la partecipazione al Festival di Sanremo, l’uscita dell’album “Corochinato” e un’intensa attività dal vivo negli scorsi mesi, il quintetto genovese ha offerto al pubblico dell’Ippodromo delle Capannelle un live coinvolgente, tra “otagate” nel loro stile e momenti più emotivi. 

Uno di questi è l’apertura del set, affidata ai fraseggi liquidi di Mare, tra le perle di “Marassi”, l’album del 2016 che ha rappresentato uno snodo importante nella carriera della formazione ligure. I ritmi rimangono contenuti anche nella successiva Bambini, che rievoca ricordi d’infanzia, punteggiati da riff di synth. Con I Giovani d’Oggi arriva la prima accelerazione del concerto. Il merito è anche dei visual proiettati sul led wall collocato alle spalle dei musicisti sul palco, che per il brano in questione vedono protagonista un ironico “Otagovideo”: specie di televideo che manda in rapida sovraimpressione le frasi del testo. Una delle molteplici soluzioni che forniscono lungo tutta la serata una sorta di accompagnamento e a volte di controcanto visivo alle note della band.

La scaletta si divide quasi equamente tra gli ultimi due lavori (“Marassi” e “Corochinato”) con Gli Occhi della Luna che si lascia andare a un’incalzante coda strumentale funk-wave, Tu Non Mi Parli Più, dal profumo pop anni ’90 e Torniamo a Casa, viaggio fra le possibilità della vita e le sfumature del rapporto di coppia.

L’interazione fra il gruppo e i fan aumenta – come i bpm – pezzo dopo pezzo. “Ok Roma lo facciamo un po’ di casino?”, chiede Maurizio, il frontman, lanciando la sezione più “discotecara” del live. È l’“anti-inno” notturno di La Notte Chiama, l’ultimo singolo, con la sua introduzione percussiva, a dare il la a un megamix che prevede, sulla base della loro storica Giorni Vacanzieri, il gioco di sample vocali e frasi tratte tra l’altro da Sognavo di Fare l’Indiano, Solo una Canzone e Questa Notte. Una fase dance che prosegue con l’altrettanto ballabile Tutto Bene, e che viene conclusa dal divertente balletto con tanto di coreografia sincronizzata e occhiali scuri eseguito dai cinque Otaghi.

A calmare le acque ci pensa la bossa nova di Costa Rica, amarcord acustico con Maurizio e il chitarrista Simone seduti sul bordo del palco, mentre per l’interpretazione della successiva Stai Tranquillo il cantante scende direttamente tra il pubblico. Non manca poi l’omaggio a Fabrizio de Andrè con la sentita cover di Amore che Vieni, Amore che Vai. È la volta di uno dei passaggi più “romantici” del concerto, scandito dalle voci della platea: il racconto della storia d’amore di Questa Notte e di quella con sé stessi di La Nostra Pelle, per poi giungere a Quando Sono con Te, anticipata da una coreografia “un po’ Festivalbar” (come la definisce la band) con braccia al vento degli spettatori.

Restando in tema di festival – e di romanticismo – a inaugurare la parte finale del live è la sanremese Solo Una Canzone, con tanto di cambio d’abito in total white. Una “divisa” che accompagna il gruppo per i restanti brani, inframmezzati da battute e interventi dal palco: Ci Vuole Molto Coraggio e Cinghiali Incazzati. Durante quest’ultima va in scena l’“otagata” conclusiva: sullo schermo scorrono le immagini degli spettatori e dei musicisti riprese in diretta con un cellulare dalla stessa band. Si finisce ballando, tutti insieme, sui beat del remix di Non Molto Lontano.