Il club del disco: Just Inverno

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Justin Vernon, felicissimo di nascondersi dietro un fiore, una foglia e dei pon pon neri

Justin Vernon, felicissimo di nascondersi dietro un fiore, una foglia e dei pon pon neri

Gabriele:

Un paio di giorni fa Alessandra mi ha mandato un messaggio allarmato che a mo’ di telegramma recitava:

GAB. FINE ANNO SCOLASTICO. SCRUTINI. LAVORO FOLLE. NO TEMPO PER RESPIRARE. NO TEMPO PER CLUB DEL DISCO. AIUTO. STOP.

Sembra proprio che a sto giro, cari amici del club del disco, mi toccherà lanciarmi in un monologo. Anche se in Italia mi dicono che la stagione dei monsoni è terminata e sta timidamente iniziando l’estate, Hey, Ma e U(Man Like) – i due nuovi singoli pubblicati a sorpresa dai Bon Iver – ci ricordano che, in fondo, l’inverno non è una stagione, è una mentalità. Voi ce lo vedete Justin Vernon che fa il trenino in spiaggia mentre le casse pompano Maracaibo? Io no (ed è un peccato, perché sarebbe una scenetta pazzesca) ed evidentemente neanche lui, altrimenti non avrebbe aspettato la prima afa per farci cadere a tradimento in un bellissimo magone.

Il magone, in questo caso, è bellissimo non solo per i due nuovi brani, ma perché a quanto pare ne arriveranno altri, come suggerisce iCOMMAi, il sito che la band ha usato per presentarci un gruppo di collaboratori da brividi, giusto per restare in tema invernale. D’altronde, basta spulciare velocemente la lista degli artisti per ritrovare nomi come Moses Sumney e Bryce Dessner dei The National. Si vede che sarà meglio attendere per il cambio di stagione. Per una buona causa, sia chiaro: d’altronde io dopo ”Aromanticism” di uno come Moses Sumney mi fiderei a prescindere. Vedere il suo live a KEXP per credere.

Tanto il nome del sito (ioVIRGOLAio) quanto quell’ “home videos provided by The Vernon Family” – che fuga ogni dubbio sulle riprese usate per la bellissima clip di Hey, Ma – portano il tutto su un piano fortemente personale. A tal proposito, ciò che più apprezzo di Vernon è proprio il modo in cui l’artista sceglie di aprirci le porte della sua vita privata. “22, A Million” è stato in questo caso un disco esemplare. Vernon poteva rifare tranquillamente “For Emma, For Ever Ago” all’infinito e invece ha affogato le chitarre acustiche e la voce pulita nei glitch, ha pubblicato canzoni con titoli illeggibili e impronunciabili e riempito di simboli strani gli artwork del disco e i videoclip. Canzoni che, nonostante tutto il circo di cui sopra, rimangono di un’immediatezza pop quasi disarmante. Quella dei Bon Iver è allora musica pop che fa a pezzi chi l’ascolta e che si fa a pezzi da sola. Sta poi ad ognuno decidere fino a che punto ricostruire il quadro originale.

L’avete già messo il maglione di lana sopra il costume?

Buon inverno,
Gab