Il Club del Disco: Cryler, the Teator – in fissa per IGOR

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Gabriele:

Avete presente quelle settimane in cui, musicalmente parlando, non succede assolutamente nulla? Quei venerdì di calma piatta in cui l’industria musicale sembra essersi dimenticata di avere delle bocche nerd da sfamare? Ecco, a sto giro non è andata affatto così, come ci ricordano i nuovi album di Tyler, The Creator, The National e slowthai. Ora potrei mentire spudoratamente e dire che ho ascoltato tutti e tre i dischi, ma la verità è che “IGOR” di Tyler mi ha preso così tanto che ancora non ho avuto il coraggio di metterlo da parte. 

Così come “Blonde” scopre la vena (ancora) più intima e sperimentale di Frank Ocean, IGOR è il momento in cui Tyler, con tanto di parrucca blonded in testa, lascia alle spalle il ragazzaccio incazzato della Odd Future, per fare spazio al produttore, al cantante, al visionario.

In IGOR synth spaziali e melodie alla Blood Orange s’incastrano alla perfezione con un sound distorto (richiamo a “Testing” di A$ap Rocky?) e passaggi e paesaggi imprevedibili. Il tutto condito con dei testi che suonano molto personali. Come se non bastasse, il buon Tyler ha messo in piedi un team di All Stars per i featuring: oltre al già citato Frank Ocean, vi dicono niente nomi come Solange, Playboi Carti, Kanye West e Dev Hynes? E King Krule o Jack White? (Se vi interessa la lista completa, qui c’è un’immagine che fa al caso vostro).

Il vero dramma di IGOR, perciò, è che una volta entrati non se ne esce facilmente.

EARFQUAKE, non a caso primo video su YouTube, ha il compito di catturare l’ascoltatore e trascinarlo verso l’abisso del disco (niente panico se la ascolterete 400/450 volte). Pezzi come RUNNING OUT OF TIME e NEW MAGIC WAND quello di convincerlo a rimanere. ARE WE STILL FRIENDS? quello di farlo sentire in colpa a disco finito, costringendolo a ripartire dall’inizio.

Magari esagero, che dici Ale? Ma magari no, considerando che EARFQUAKE la ascolto in media tre volte al giorno da quando è uscita. 

Come si esce da sto tunnel IGOR? Dimmelo tu che slowthai e i The National già si so incazzati e non so più come tenerli a bada.

Saluti biondi,

Gab


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Alessandra:

EXACTLY WHAT YOU RUN FROM YOU END UP CHASING. Così, in caps lock come tutti gli altri titoli dell’album, Tyler mi dice di arrendermi al fatto che ormai in questo tunnel ci sono finita anch’io che fuggo da ogni tipo di revival e che in lui trovo moooolti anni ’90. Il punto è che l’ondata di alternative hip hop che sta sconvolgendo gli USA ha in sé il germe del nuovo proprio in quanto riedizione del vecchio. 

In tutti questi anni in cui (come splendidamente detto da Carlo Verdone) abbiamo ricacciato mode di ogni tipo, dalla moda 70’s all’eccesso 80’s fino al cattivo gusto dei ’90, senza mai avere troppe intuizioni futuristiche, l’intenzione nascosta era questa: reinterpretare non tanto come esercizio di stile, ma per correggere questi decenni che hanno portato in sé tante contraddizioni.

Tra i tanti aspetti che la nuova scena sta tentando di demolire alla base c’è la disuguaglianza: di genere, di razza, di orientamento sessuale. Un hip hop così reattivo e libero da stereotipi non lo si vede che da pochi anni a questa parte e non è un caso, infatti, se viene definito alternative. 

Tyler, the Creator parla spesso di un’ispirazione jazz, segno che la vena folle del suo fervore artistico ci tiene a mantenersi composta, controllata, a muoversi su binari tattici per non perdersi nella foga di un’arte votata più all’istinto, che è sempre cosa preziosa, ma di questi tempi è meglio stare guardinghi.

Caro biondissimo Gab, se sei d’accordo allora lascio a te il caschetto d’oro e io inizio a vestirmi di rosa ordinando online tutta la linea di outfit completi firmati Golf Wang (che Wiki mi informa essere uno spoonerism di Wolf Gang, adoro). Sì perché se uno decide di chiamarsi The Creator deve dare più di una buona prova artistica. Perciò per i più modaioli fra voi ecco un assaggio (e pure un altro) di cosa sa fare Tyler Gregory Okonma fondendo musica e immagine.

Non sono solo slowthai e The National a sentirsi trascurati, ahimè! Anche Andrea Laszlo De Simone dice che vorrebbe una menzione alla sua splendida e nuova Conchiglie, così come molti altri tipi indie o ex-indie vorrebbero si spendesse qualche parola (o parolaccia nel caso di certi thecantautori un tempo decenti) sulle ultime uscite. 

Next time, ragazzi, noi siamo ancora sotto shock per gli effetti di questo EARFQUAKE chiamato Tyler. ARE WE STILL FRIENDS?

Yo,
Ale

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