di Gerardo Russo
Sulla mail di Talassa ci arrivano quotidianamente messaggi di uffici stampa, etichette, artisti e gruppi emergenti che ci propongono di ascoltare la propria musica. Noi siamo felicissimi di farlo e abbiamo deciso di raccogliere in una rubrica mensile le 5 proposte che ci hanno convinto di più, collegandole a un brano noto che il loro ascolto ci ha suggerito. Se avete voglia di farci ascoltare qualcosa, mandate tutto a: talassascolta@gmail.com
Ananda Mida – Blank stare
Se esistesse un vostro intimissimo modo di immaginare la musica di un esercito composto da soli pagliacci, questa sarebbe una possibile risposta. Voglia di combattere che si scioglie in ritornelli da karaoke sfiancanti. Energia e sorrisi incontrollabili ci portano a momenti carichi di pulsazioni danzanti. Punk in pista da ballo. Nella guerra di domani le nostre armi saranno capelli lunghi ed elastici poco resistenti.
per i fan di Bad Religion – Los Angeles is burning (The Empire Strikes First, 2004) e Le Vibrazioni – Drammaturgia (Officine meccaniche, 2006)
Buckwise – Jasper
I suoni tribali di Motta si arricchiscono di distorsioni elettroniche che ci portano ad alzare le mani verso l’arcobaleno. Il folk si fonde con il nuovo millennio, per raccontare di quando i social network causarono la guerra civile e Netflix soppiantò il sistema scolastico americano. La musica del futuro.
per i fan di Motta – La nostra ultima canzone (Vivere o morire, 2018) e Yves Larock – Rise up (Rise up, 2008)
Carena – Detersivo
Ci attacchiamo agli oggetti della nostra quotidianità per sentirci meno soli. Una canzone dell’appartamento che proietta mari infiniti sulle pareti del bagno. Il pezzo ricama una storia scritta avendo la credenza come unico appoggio, per sognare l’amore e non soffocare tra l’odore del detersivo e i pantaloni sporchi.
per i fan di Dente – Quello che si ha (2017)
Malatja – Odio settembre
25 anni di carriera per la band che si ispira al grunge di Seattle, rivisitandolo in chiave partenopea. Nell’era della grande distribuzione della musica via internet, la formazione campana si presenta con il nuovo album Ruminogioia. Sporco, ruvido e tremendamente coerente con il proprio sound e la propria terra. Trasuda nel pezzo quel fastidioso odore delle autostrade dimenticate, della pioggia sporca, delle rivoluzioni in discarica.
per i fan di Nirvana – Serve the Servants (In Utero, 1993)
Meijic inca – Marvin
Si ispira al Giappone, ma ci proietta nelle atmosfere perfette dei film d’amore anni Ottanta o giù di lì. Un affresco di stili che ricercano l’equilibrio in riva al fiume. Voce che chiede il permesso per cantare tra gli scenari composti dai delicatissimi suoni. Una ricerca interiore attraverso la musica.
per i fan di Cairobi – Perfect Strangers (Distant Fire, 2014)