L’abbiccì dell’architettura: Gazzelle / Tham&Videgård Arkitekter


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di Claudia Casali

Mi sono persa, un’altra volta. Mi ero ripromessa di stare attenta, di leggere bene quei segnali che evidentemente non sono stata in grado di interpretare nel modo giusto. Ho sbagliato direzione e si sa che, nella vita, è quasi impossibile fare inversione e tornare indietro. In realtà non so cosa sia successo, forse il gps del mio cuore è andato oltre quei confini stabiliti e per paura di perdermi mi sono fermata.

Il mio navigatore sentimentale ha sempre avuto problemi di ricezione e ne ho costantemente pagato le conseguenze. La presa a male è dietro l’angolo ed è inutile procedere verso percorsi alternativi. Lei è sempre lì, pronta ad accoglierti a braccia aperte, pronta a farti ascoltare “Punk”, l’inno disperato di tutti quei cuori infranti che si sono persi.

E si sono persi gli occhi, le teste, le parole. Risulta difficile trovare le frasi giuste da dire quando vuoi rimediare a un errore, quando non vuoi lasciare andare una persona.
E ti maledici per tutte quelle cose che non sei mai riuscito a dire. Ammettere di provare un sentimento non è reato. Così come non è reato lasciarsi andare, dire mi manchi. Ma forse ci si blocca e si annullano le parole perché dall’altra parte ci sono soltanto cose mai dette. Ma tanto non cambia nulla perché tanto tu Smpp(Stavi male pure prima).
E non esistono rimedi veloci per stare meglio. Le sbronze non basteranno a cancellare i ricordi, le prese a male e le incomprensioni, soprattutto quando incombe l’illusione di aver trovato un accordo, di essere rimasti quasi amici. Ti accorgi così di essere cambiato, di aver allontanato per sempre quella tua parte rivoluzionaria che ti rendeva Punk. Ora invece ti ritrovi da solo a piangere tutte quelle lacrime che da tempo tenevi dentro.

Perché non esiste cosa più fastidiosa di perdersi e di volersi ancora. Desiderarsi e ritrovarsi nonostante i nuovi corpi assaporati che hanno cambiato per sempre i nostri sguardi. Ti convinci che in fondo stai bene così ma sai perfettamente che non è la realtà. Sopra i tuoi pensieri e i tuoi desideri più intimi ci sono sempre quegli occhi che ormai sono distanti dai tuoi. C’è la malinconia più pura, l’amarezza, la nostalgia.
Abbiamo Tutta la vita davanti per fallire in nuove storie, per cadere in nuovi tormenti, in nuovi dolori e Gazzelle lo sa bene.

Arrivi così ad un certo punto della tua vita stanco. Le paranoie, il futuro incerto, le cose mai successe scombussolano i nostri giorni. Gli Sbatti della vita ti stancano, ti tolgono quell’energia vitale che serve per andare avanti. Così rallenti la tua quotidianità che incomincia ad andarti stretta e capisci pian piano che Non c’è niente di male ad avere la pioggia dentro. È normale sentirsi persi nei giorni, nelle notti. È normale sentirsi estranei, indifferenti verso cioè che ci circonda perché quando l’animo è ferito è difficile riprendersi.

E cerchi di fare qualsiasi cosa pur di rianimarti. Le notti in bianco prendono il sopravvento, inizi a pensare a tutti quei viaggi fisici e mentali che potrebbero salvarti dalla noia che incombe.
OMG(Oh my God) è l’espressione che ripetiamo ogni volta che ci allontaniamo da quello che ci ha stancato, ogni volta che ci succede qualcosa. Come quando incominciamo a leggere le date di scadenza sui sogni, come quando ci tornano alla mente tutte quelle immagini vissute insieme all’altra persona. E ripensi a quando il tempo sembrava essersi fermato e la vita ti sorrideva.
Ma ora puoi solo ricordale quelle Scintille che ti facevano stare bene perché sai già che non le sentirai più sulla tua pelle. Almeno per ora, almeno per adesso che fingi di stare bene.

In fin dei conti hai solo bisogno di guardare dentro di te e trovare la voglia di farcela e dire addio alla malinconia. Ma in corso c’è un temporale, una bufera di neve difficile da placare. È difficile ripararsi dal gelo dei sentimenti, è difficile trovare qualcuno in grado di salvarti dalla tempesta in corso.
Coprimi le spalle almeno c’è possibilità di riparo. Una richiesta di aiuto, un flusso di coscienza che dovrebbe essere urlato all’altra persona.

Ma a volte le parole trovano il tempo che possono e non sempre vengono comprese. Magari vengono solo accennate, magari speriamo che l’altra persona riesca a percepirle anche senza doverle pronunciare, ma non è così. Ci accorgiamo sempre troppo tardi di aver detto solo quelle sbagliate, di aver rimandato per troppo tempo quelle che in realtà dovevano essere dette. Perché esprimere certe parole non è facile e così l’incomunicabilità prende il sopravvento e con lei emergono i primi problemi.

Bisognerebbe trovare il coraggio di buttare fuori tutto. Dialogare con il cuore, con gli occhi e allontanare tutte le incomprensioni, abbattendo così le barriere espressive che ci portiamo dentro.
Dialogare come l’architettura dialoga con la natura. Nessun filtro, nessuna incomprensione, solo due elementi apparentemente contrastanti che si fondono in una sintonia perfetta per l’occhio umano.


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Il Treehotel è un po’ tutto questo. La natura svedese fa da sfondo perfetto a un’architettura che mette al centro della propria progettazione il paesaggio circostante. Un vero e proprio rifugio sugli alberi quello creato da Tham & Videgård Arkitekter che hanno fatto di una piccola scatola un vero e proprio gioiello architettonico. Il vetro che riflette il cielo e la foresta, la struttura leggera in alluminio appesa a tronchi di alberi e le finestre che offrono una visuale a 360°, non solo instaurano un dialogo diretto con il territorio circostante, ma esprimono anche come l’uomo si relaziona e dialoga con la natura.


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Ecco, se l’uomo riuscisse a dialogare con gli altri come lo studio svedese è riuscito a far comunicare la natura circostante con l’architettura progettata, si risolverebbero la maggior parte dei problemi. In fondo non è così difficile mettere al primo posto i sentimenti e lasciare che la parole giuste arrivino dritte al cuore.
Certo non è facile interpretare i gesti, gli sguardi, le emozioni di chi abbiamo accanto, così come non è facile interpretate la natura, i suoi echi e i suoi segnali. Ma se si riuscisse ad instaurare un dialogo puro e sincero, di certo, non si sbaglierebbe e non si rischierebbe di rimanere con il rimpianto di non esser stati completamente sinceri.

 «Scopiamo dai
è tutto quello che non dici mai
Mi manchi sai
è tutto quello che non dico mai.
»
Gazzelle – Smpp