di Gerardo Russo
Una parola ricorrente tra tutte le interviste fatte, ascoltate e iniettate negli ultimi giorni è stata sicuramente comunicare. Gli artisti tutti, da Arisa a Rancore, spiegano di non poter fare a meno di provare a spiegare i loro dubbi sulla vita, l’amore e tutto quello che passa tra le due cose.
Tra i cantanti in gara c’è però Daniele Silvestri. Il cantautore spiega il blackout che ha avuto la normale comunicazione umana negli ultimi tempi per chi umano lo sta diventando oggi. La nascita non è nient’altro che una condanna se della nostra vita non siamo i protagonisti, restando soli davanti a uno schermo e guardando le avventure di qualcun altro.
La Sala Stampa continua a farmi compagnia nella gioia e nel dolore delle adrenaliniche conferenze stampa, esami universitari in cui ci si interroga sui progetti futuri di Nek e sul ricordare con chi duetterà Enrico Nigiotti. La serata sanremese è però vissuta in una continua diretta social per i propri ascoltatori via web, via radio o via tv. Si cerca di riprendere i momenti salienti, ma il paradosso è scoprire che tutti stanno cercando di riprendere gli stessi momenti che cerchi anche tu. Il risultato è un infinito specchio di cellulari che si riflettono uno nell’altro, fino a cadere nel vuoto cosmico. Su la matematica non sarà mai il mio mestiere qualcosa però succede. In cerca di un contenuto da riprendere per il proprio mondo virtuale si deve necessariamente ricorrere al reale. Un’illuminazione rapisce gli addetti stampa e il virtuale si piega al reale. I video social diventano un pretesto per rompere il ghiaccio, per comunicare. Si cominciano a guardare gli occhi degli estranei che ci stanno accanto, comunque una porta aperta verso un mondo bellissimo. Ti va di ballare sui Boomdabash è la domanda più romanticamente inverosimile che sia mai stata fatta. E poi via di Raf e Umberto Tozzi, che lasciano energia per un karaoke persino su Motta.
Vale la pena continuare a provarci, dire sempre sì alla diretta social del tuo compagno di banco e alla vita. Un minuscolo dettaglio può determinare infinite possibilità. Lo sa bene Simone Cristicchi che piange sul palco dell’Ariston comunicando i suoi sogni più intimi, dopo aver negli anni musicato in teatro momenti storici, raccontato la pazzia e mescolato Carla Bruni al nazionalpopolare. Guardandoci indietro ricorderemo che il grande pubblico del canta-attore viene tutto da un suo provocatorio pezzo alla Rovazzi, che lo aiutò a uscire dal limbo degli artisti di nicchia. Grazie a Biagio Antonacci sono state raccontate le foibe. Le vie della comunicazione sono infinite e il film Yes Man può insegnare davvero tanto.