di Gerardo Russo
Dopo vent’anni di carriera, dieci album e oltre mille concerti, il Circo Zen porta il suo spettacolo al Festival di Sanremo 2019.
La band presenta il brano L’amore è una dittatura, incluso nella raccolta Vivi si muore 1999-2019 pubblicata l’8 febbraio 2019. Dieci anni dopo la partecipazione degli Afterhours, in questa edizione sono loro gli alieni di un Festival profondamente evoluto.
Abbiamo incontrato il collettivo capitanato da Andrea Appino nella conferenza sanremese della Sala Stampa Lucio Dalla. Di seguito le nostre domande e una selezione degli spunti più interessanti proposti alla band.
Facciamo un giro sulla Circumvesuviana, mentre il vulcano sputa questa luna piena. Frase nata in un concerto tenuto all’ombra del Vesuvio, durante il Farcisentire Festival. Avete creato il genere del metaconcerto. Un concerto che vive di momenti di concerti già avvenuti. Anche l’esperienza sanremese finirà in un vostro pezzo?
Succederà sicuramente, è una cosa a cui abbiamo pensato anche noi. È successo lo stesso per il pezzo Sestri Levante, che parla di un falò fatto insieme ai nostri fan. Una serata magica che è finita tutti insieme sulla spiaggia, come fossimo degli amici. Addirittura il brano Ilenia è nato da una lettera che ci aveva scritto una ragazza. Il testo l’ha scritto lei, noi lo abbiamo solo un po’ rimaneggiato e poi le abbiamo dato una risposta. È il metalinguaggio ed è il motivo per cui ci piace sentirci una comunità. Ed è anche perché anni fa noi ci siamo promessi di dire tutta la verità, nient’altro che la verità. Nei nostri pezzi c’è sempre qualcosa di vero e dato che noi viviamo anche sui palchi è inevitabile che questi finiscano nelle nostre canzoni.
Se la dittatura sta all’amore, a quale sentimento corrisponde la democrazia?
Abbiamo già affrontato la democrazia in un’altra canzone (ndr La democrazia semplicemente non funziona). Ovviamente però l’abbiamo nel cuore, come diciamo nel pezzo di Sanremo.
Arrivate a Sanremo con un’esibizione particolarmente forte, soprattutto nel testo. Però non è arrivata al pubblico.
Ci aspettavamo che l’esibizione non arrivasse. Un brano del genere, con tutte le parole che ci abbiamo messo, necessita di un po’ di tempo. Questo riguarda anche le persone che già ci seguono. Ovviamente non siamo qui per cercare una nuova carriera o un nuovo pubblico. Il nostro è meraviglioso. Sanremo è un di più, un regalo che ci siamo fatti per i nostri primi vent’anni. Su quel palco non siamo solo noi, ma ci sono anche le decine di migliaia di ragazzi che vengono ai nostri concerti. Quello che arriverà al pubblico non è un problema nostro. Siamo felici, per noi abbiamo già vinto. La nostra vittoria è aver portato un certo messaggio e una certa scena sul palco di Sanremo.
Tanti anni di gavetta per voi. Ora invece il mercato discografico è molto cambiato.
Il nuovo modo di promozione della musica può causare la dispersione delle tantissime uscite che ci sono. Allo stesso tempo però si permette una fruizione più giusta. Prima ci si lamentava che in Europa i musicisti fossero già in tour a 18 anni. Ora ci siamo messi al passo degli altri paesi. In questi ultimi quattro anni è davvero cambiato tutto. È una fortuna che ora non servano necessariamente vent’anni per arrivare alla gente. Adesso c’è la tecnologia per poter ascoltare tutto e può anche capitare di essere ascoltati per caso.
Il rock è rock perché può anche non essere rock.
Il rock vive un momento difficile. Quando sentiamo i coetanei che parlano del rock di un tempo, prendiamo le distanze. Questo perché ciò riporta a un ambiente di certi pub in cui le chitarre la fanno da padrone, senza però alcun tipo di creatività. Una realtà da cui ci siamo voluti allontanare. Il rock è bello nel momento in cui può anche dimenticare di essere tale. Oggi si parla molto dei Queen. Se però Radio Ga Ga uscisse oggi, quanti di quelli che adorano i Queen come gruppo rock del secolo direbbero che non è un pezzo pop? In quella canzone non c’è una chitarra.
In futuro avete collaborazioni in cantiere?
Potrebbe scattare un featuring con Nek! Ci stiamo incrociando sempre con lui.
In vent’anni di carriera può cambiare l’approccio alla musica.
Le vite e gli argomenti cambiano, ma ci sono cose che restano sempre nella nostra musica. Da una parte la verità e dall’altra acquerellare, sullo sfondo di un qualsiasi tema, la civiltà attuale.