di Gerardo Russo
Sulla mail di Talassa ci arrivano quotidianamente messaggi di uffici stampa, etichette, artisti e gruppi emergenti che ci propongono di ascoltare la propria musica. Noi siamo felicissimi di farlo e abbiamo deciso di raccogliere in una rubrica mensile le 5 proposte che ci hanno convinto di più, in rigoroso ordine alfabetico. Se avete voglia di farci ascoltare qualcosa, mandate tutto a: talassascolta@gmail.com
Chiazzetta – Mare o scuola
Voglio andare al mare, non voglio andare a scuola. Il “punkautore” Chiazzetta ripete ossessivamente questo imperativo. Due piccole frasi si ramificano in decine di parole che raccontano fughe e viaggi, precarietà e libertà, vita e morte. La canzone si evolve di strofa in strofa, partendo dal senso della vita che afferriamo da bambini, nel preferire il mare alla scuola, per cadere nei vortici malinconici che avvolgono gli adulti nei pomeriggi autunnali.
I Hate My Village – Tony Hawk Of Ghana
Frammenti di Afterhours, Bud Spencer Blues Explosion e Verdena partono per l’Africa alla ricerca di nuove sonorità. Il risultato è un timbro che fonde il miglior alternative rock con un’ordinaria giornata a zonzo per la savana. Questo pezzo è quello che non avete mai osato sognare. Riavvolgete il nastro finché il cervello non si assesta su questi nuovi schemi. Mappe geografiche come spartiti. Le note nel rumore dei nostri passi.
Lontra – Potrei
Un mondo fantastico tra lampioni e orologi frenetici. Riuscire a guardare il mondo dalle calamite colorate appiccicate sul frigorifero. Lontra rappresenta l’abilità di chi sa cogliere la vita con la spensieratezza di un furetto. Godendo dei profumi cittadini, correndo spensierati sulle scale di un condominio dimenticato o fantasticando nello scrivere la lista della spesa che ci piace. Un pezzo per tutti i piccoli esseri felici di cui nessuno si ricorda mai. Talmente contenti da potersi addormentare senza rimpianti.
Maru – Giorgia
Pop frizzante, testi che si piegano su loro stessi per rivelare nuovi significati ad ogni ascolto, ritmi incalzanti su basi costanti. Maru canta e ci fa cantare con forza un brano che ci guarda dentro. Mani di pasta, oceani di Fanta, giorni di carta e porte fisse lì ad aspettarci. L’universo letterario di questa giovane cantautrice è colorato e profondo. Ci tuffiamo con piacere.
Pashmak – Harp
I Pashmak non si accontentano della semplicità. I suoni ricercano continuamente la propria identità. Il pezzo è appeso a un filo per tutta la sua durata. Esistono brani e musiche per tutte le occasioni. Harp è invece quel momento che non sa riconoscersi. La trasformazione continua di una nuvola. Non ci resta che ammirarla e perderci nei pensieri più astratti.