L’abbiccì dell’architettura: Gimlii / OFFICE Kersten Geers David Van Severen


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di Claudia Casali

Sta succedendo qualcosa di strano dentro di me. I fili emotivi che caratterizzano la mia personalità si stanno intrecciando velocemente e senza un’apparente logica. Sono rimasti slegati per tempo, forse perché non avevo mai avuto il coraggio di intrecciarli. Forse per la paura di creare quella miscela di emozioni che riesce a unificare anche le realtà più lontane. Il cuore e la testa infatti sono appesi a quei fili distanti tra loro che mai avrei pensato potessero incontrarsi.

E così ti ritrovi a definire la tua posizione nel mondo attraverso quell’ “Interweave” di ragioni e sentimenti che solo tu sei in grado di creare. L’arte dell’intreccio non è di certo facile, bisogna solo avere un po’ di tempo e pazienza per impararla, perché solo analizzando bene una nuova realtà si ha l’opportunità di coglierne tutti i segreti e tutti quei piccoli dettagli che in essa si celano.

E in questo Gimlii non può che essere d’aiuto. Otto brani che si susseguono, che si rincorrono, che si intrecciano ed incastrano perfettamente tra loro, lasciandoti quella sensazione di ritrovarti ad ascoltare un’unica traccia.
Wols apre le porte a questo mondo introspettivo. La delicatezza dei suoni e della voce di Lilia fanno da coperta ad un universo molto fragile. Rimanere in equilibrio e non disintegrare questa realtà non è impossibile, basta solo fare i passi giusti.
E il ritmo preciso da seguire è dettato da Goosebumps. Passo dopo passo infatti ci si ritrova nel posto giusto, al momento giusto. L’importante è scandire bene il tempo per ritrovarsi in sintonia perfetta con l’armoniosità dell’attimo.

Aver centrato il colpo, esser stati in grado di aver cavalcato l’onda al momento giusto. La determinazione e la durezza di un carattere estremamente introverso sono associati a dei suoni elettronici interessanti e particolari. L’elettronica Be Too Kind ricorda che a volte l’unica cosa che serve per avvicinarsi a un carattere estremamente taciturno è quella di essere gentili per non rischiare così di esser attaccati.
Non essere esuberante non vuol dire non avere personalità. Rimanere in disparte e vivere la propria vita senza rimpianti, in modo sfrenato e fiabesco. Weeping willow, con i suoi suoni che richiamano l’oriente, racconta con semplicità la paura dello scorrere del tempo e un desiderio di rimanere sempre fedeli a una grinta giovanile.

E quando si è giovani gli sbagli che si fanno sono tanti, per questo ogni tanto è doveroso dialogare con se stessi. Imokai è la traccia più profonda: avere il coraggio di domandarsi se è tutto a posto, se non c’è nulla che turba la nostra quiete e il nostro tanto ambito equilibrio interiore che scivola sulle note di suoni travolgenti e rilassanti.  
Ma la tranquillità viene subito interrotta da uno squarcio di musica elettronica.
P L U G
è il baricentro fuori bolla, è il tempo che abbiamo perso e sottratto per sempre a tutte quelle realtà che ci contraddistinguono.

Ma non sono solo le situazioni che viviamo e che ci creiamo a identificarci. Sono anche le persone di cui ci circondiamo, che ci accompagnano nelle nostre avventure e che ci influenzano. Velvet è la volontà di raccontare un rapporto negativo, di volersene liberare per sempre e lasciarlo in fondo a quei ricordi che a volte è meglio non rievocare.
A differenza invece di quegli amori che raggiungono luoghi inarrivabili, apparentemente sfocati ma solo per la lontananza. 009 sembra provenire da un altro universo che ancora non è stato focalizzato. Suoni eterei si mescolano a voci che sembrano provenire da molto lontano e che chiudono ufficialmente questa traccia composta da otto piccoli capitoli.

Ogni capitolo è un invito ad entrare in punta di piedi nel mondo più introverso di Gimlii, un mondo racchiuso all’interno di una bolla apparentemente molto fragile e difficile da gestire. Ma come tutte le cose che a prima vista sembrano complesse basta solo trovare i movimenti giusti da fare. Trovando l’equilibrio perfetto si riesce ad entrare in quella membrana che è in grado di accettare solo i corpi più gentili.


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Questi corpi di certo non avranno difficoltà a relazionarsi con la Solo House, una residenza circolare completamente vetrata immersa in una incantevole foresta. OFFICE Kersten Geers David Van Severen è lo studio di architettura che ha progettato questa insolita abitazione che alterna spazi completamente aperti a immense vetrate che diventano la cornice perfetta alla natura circostante.

Entrare nel luogo senza stravolgerlo, lasciando inalterata la bellezza naturale, le fragilità e le qualità di un ambiente completamente verde. Dare all’architettura un senso di gentilezza, lasciando al solo tetto la funzione di riparo e perimetrazione degli spazi e a quattro file di otto colonne il ruolo di supporto per la struttura.
Il vetro ricopre la maggior parte delle superfici murarie per lasciare il più possibile inalterato il paesaggio mozzafiato che circonda l’edificio.


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Così come la Solo House è entrata con gentilezza all’interno della regione montuosa di Matarraña, “Interweave” è un invito a braccia aperte ad addentrarsi con delicatezza all’interno di un mondo privato, racchiuso in un’affascinante bolla estremamente fragile.

 “Please do not look at me 
please come here, stay with me.” 

Gimlii – Wols