Roma Nuova Scuola, in mostra al Club Aprés di Roma fino al 10 gennaio 2019, è la collettiva d’arte contemporanea che racconta la Capitale in 6 discipline e altrettanti giovani e talentuosi artisti di base a Roma. Lo scorso mercoledì 5 dicembre, in occasione del primo giorno di vernissage della mostra ideata da CURAstudio, noi di Talassa abbiamo organizzato una piccola sorpresa in perfetta sintonia con il tema della collettiva: un secret concert acustico di Montone, cantautore calabrese di base a Roma.
L’artista ha da poco pubblicato il suo primo singolo, Da quando sei partita, promuovendolo con una strategia di marketing sicuramente molto originale. C’entra Tinder, c’entra il profilo fake di una ragazza chiamata Urania – chatbot che la Mistress, label di Montone, aveva programmato per invitare tutti i match del profilo ad ascoltare il singolo dell’artista su YouTube. Dopo aver ascoltato dal vivo a Roma Nuova Scuola il singolo in questione e qualche anteprima da Slalom, disco d’esordio in uscita a marzo 2019, abbiamo scambiato due chiacchiere con l’artista, cercando di capire cosa c’è dietro questo nuovo progetto della Roma indipendente, strategie promozionali a parte.
Chi c’è dietro la tua label, Mistress? Nell’articolo di Noisey, in cui si svela la strategia usata per promuovere il tuo primo singolo su Tinder, la definite “itpop” poi però non si trova neanche sui social.
Chi c’è dietro Mistress lo sa solo Mistress. Hacker russi? I No Vax? Pippo Baudo? È difficile dirlo…
A proposito di “itpop” e Noisey: nello stesso articolo nel momento in cui si presenta il disco restate volutamente vaghi sul genere, utilizzando una serie di umbrella terms (itpop, indie2, vapor pop) à la Disagio Wave che, grossomodo, significano poco e niente. Come ti poni riguardo alla questione del “superamento” dei generi musicali? Secondo te oggi c’è ancora un bisogno forte di identificarsi in un preciso filone/categoria o, al contrario, c’è un’esigenza a liberarsi da qualsiasi tipo di schema?
Non so cosa voglia dire “superare” i generi musicali, anzi, ad essere sincero, non so neanche cosa voglia dire “genere musicale” oggi. Tutto si sta muovendo molto velocemente, tante cose stanno cambiando e tante, forse, cominciano a tornare come erano prima. La scena che c’è adesso è già diversa da quella di due o tre anni fa. Tuttavia, credo che esista un collegamento in tutto questo. E questo collegamento forse è quello che di solito viene chiamato “indie”, che ormai ha poco a che fare con indipendente, ma che rappresenta più che altro un approccio, un’attitudine, un linguaggio, che va al di là della mera estetica musicale. Infatti dentro ci trovi oggi il gruppo post-punk, domani il rapper, dopodomani il cantautore 2.0, etc etc.
Quindi, per rispondere alla tua domanda, direi che bisogna sì identificarsi in un certo filone/categoria, ma allo stesso tempo lasciare perdere qualsiasi tipo di schema e proporre sempre e in modo sincero il proprio punto di vista.
Che vita avrà il tuo fake alter ego femminile, Urania, d’ora in poi? Immagina uno scenario in cui il personaggio fittizio che avete creato diventa più “famoso” di Montone: cosa faresti?
Ne farei una serie per Netflix e diventerei famoso comunque (non provate a rubarmi l’idea, ho già depositato tutto).
Parlando di strategie promozionali nel mondo della musica: qual è stato, secondo te, il colpo perfetto degli ultimi anni in Italia o all’estero? Penso che il progetto Cambogia sia stata una delle cose più interessanti. Nulla di nuovo secondo me – cose simili succedevano anche in passato, solo che non erano amplificate e plasmate dalla rete – però ha posto delle domande interessanti su quanto ci sia di genuino in questa “scena indie”, quanto contino i blog, la comunicazione, l’immagine e quanto la musica.
Strategie, promozioni e generi musicali a parte, che cosa ha ascoltato Montone prima di dare vita a Slalom? Nel primo singolo traspare una scrittura serenamente pop e c’è anche una spolverata dal sapore 8bit…
Tanta musica indie italiana degli ultimi anni e poi LCD Soundsystem, Tame Impala, Talking Heads, John Lennon, Lucio Dalla. Il disco, dicono quelli che lo hanno ascoltato attentamente, ha una scrittura pop con richiami mai banali al mondo indie e una certa impronta cantautorale. Insomma, pare sia una vera bomba…