Talassascolta: 5 artisti emergenti per ottobre

di Gerardo Russo

Sulla mail di Talassa ci arrivano quotidianamente messaggi di uffici stampa, etichette, artisti e gruppi emergenti che ci propongono di ascoltare la propria musica. Noi siamo felicissimi di farlo e abbiamo deciso di raccogliere in una rubrica mensile le 5 proposte che ci hanno convinto di più, in rigoroso ordine alfabetico. Se avete voglia di farci ascoltare qualcosa, mandate tutto a: talassascolta@gmail.com

Imperatori – In sincrono

Una band che trasforma le piste da ballo nello studio di uno psicoanalista. In sincrono ci mostra i fugaci riflessi dei nostri volti, persi tra i sogni e le ansie di un lungo sonno. Le parole del brano sono dei pastelli che non riescono a stare in un contorno definito. Il sound ipnotico ci proietta poi in un’esperienza extrasensoriale che ameremo o oderiemo a seconda dell’orario. Un pezzo cattivo, mistico e di una potenza dirompente. La carica che ci serve per vivere alla luce del sole i pensieri meno nitidi.

La Terza Classe – Promise

Immaginate il folk statunitense e un enorme coro di mani che battono a tempo in una grande piazza del Sud Italia? La Terza Classe è anche più di questo. Emozioni per grandi avventurieri ma anche per cuori solitari. Le voci che si fondono, l’empatia tra gli strumenti e i sentimenti, una voglia di vivere che riecheggia in ogni sillaba o nota. La band usa il proprio battito cardiaco come il più dolce dei tamburi. Cercando l’orizzonte negli occhi di chi ci sta accanto.

Legno – Mi devasto di thè

L’evoluzione della musica leggera italiana nel 2018. Dalla Serie A già fotografata da Toto Cutugno nella romantica moviola domenicale, ai vizi in cui affogava il più recente Cesare Cremonini per combattere le sue crisi sentimentali. Legno segue la scia cantautorale degli ultimi anni, raccontando la solitudine dei giovani d’oggi tra le mura domestiche. Mi devasto di thè fonde la semplicità di Galeffi e la malinconia di Calcutta. Una bomba pop per sciogliere le nostre tristezze, tra suoni delicati come le luci della notte.

Moruga – Hey!

Capelli a spazzola, occhiali da sole scorazzando nel parco, ribellione. Ricordate il rock 90-2000? Qui la luce brilla un po’ meno e i capelli perdono forza quando strapazziamo la chitarra. I Moruga catturano la rabbia di una protesta stanca. Nel brano si aspetta continuamente un forsennato grido punk-rock. Hey! è invece l’urlo di una vecchia sveglia che divide la nostra giornata. Tra una griga mattina e un tramonto illuminato dalla passione sepolta nel cuore.

The Whip Hand – Already gone

Gli introspettivi sussurri del rock. I Whip Hand richiamano la dolcezza dei Kings of Convenience e la raffinatezza dei Coral. La voce si nasconde tra i vari strumenti, creando un timido dialogo tra noi e le nostre sensazioni più inafferrabili. Più volte il brano si mette in stand-by, quasi per godere di se stesso, lasciando qualche attimo per contemplarsi. Il sottofondo ideale per trovare la pace e guardarsi mentre si sguazza in essa.