di Gerardo Russo
Sulla mail di Talassa ci arrivano quotidianamente messaggi di uffici stampa, etichette, artisti e gruppi emergenti che ci propongono di ascoltare la propria musica. Noi siamo felicissimi di farlo e abbiamo deciso di raccogliere in una rubrica mensile le 5 proposte che ci hanno convinto di più, in rigoroso ordine alfabetico. Se avete voglia di farci ascoltare qualcosa, mandate tutto a: talassascolta@gmail.com
Colonnelli – V.M. 18
I Colonnelli sono una band impavida e dissacrante. Narrano storie rovesciate, aggredendo l’ascoltatore a colpi di batteria e ritmi devastanti. Il pezzo che vi proponiamo è il vortice nell’abisso di un antieroe. Un grido di lucida pazzia urlato in un bosco o nell’appartamento del nostro vicino di casa. Il gruppo mette in musica la terrificante cascata di pensieri che porta ai gesti più orridi. Un inquietante rilascio di rabbiose emozioni. Una realistica rappresentazione della vita sprigionata allo stato puro.
Flora – Si vedono i fiori
Addormentarsi guardando alla finestra, con la voglia di continuare a sperare. Perdersi tra i fiori ricamati sulle lenzuola a volte non basta. Flora si lascia cantare mentre ricordiamo la prima brezza primaverile. Una canzone che ci avvolge di nostalgia mentre strapazziamo il cuscino. L’artista disegna i campi in cui non vediamo l’ora di correre per lasciar evaporare le nostre emozioni. La bellezza del perdersi per poi ritrovarsi, dondolando tra amori e stagioni.
Irene Scarpato – Call center
La cantautrice della gente. Scopriamo Irene in un pezzo che parla delle catene del nuovo millennio. Protagonista del brano è l’incomunicabilità di chi vive una vita non sua. Una commovente fotografia di un sogno non scelto, in una società che non riconosciamo più. La canzone ci accompagna dolcemente in soffitta, mentre affoghiamo in un vecchio baule. Assorti nei minuscoli momenti di pausa della nostra normalità, l’artista irrompe illuminando la tenacia nel restare attaccati alla vita. Ricominciando dalla strada o dagli elenchi telefonici abbandonati nell’atrio di un condominio.
Mosche di Velluto Grigio – Glasgow town
Ruvidissimi granelli di zucchero. Atmosfere folk punk e suoni metallici per raccontare la solitudine. I suoni vagheggianti del pezzo sembrano richiamare un tempo lontano in cui eravamo felici. A salvarci è una voce death surreale, nel dramma di una vita in cui si celano bambini dentro grandi armature. Insicurezze e paure viaggiano intatte in un sound energico e dirompente. Per lottare e resistere guardando con orgoglio a ciò che siamo.
Saber Sytème – Saber décalé
Colori oltre l’arcobaleno. L’elettronica che si unisce ai suoni tribali. Voglia di festa in un nuovo mondo che esiste se riusciamo a ballarlo. I Saber Système fondono musiche e lingue diverse in un pezzo da vivere sognando pavoni variopinti. La band ci fa dimenticare la nostra consistenza corporea con un ritmo che accoglie qualsiasi popolo. Una danza che non aspetta che noi per arricchirsi di un nuovo incredibile passo.