Essenzialmente Milano: I Miei Migliori Complimenti al nuovo pop italiano


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di Marco Beltramelli  

I Miei Migliori Complimenti è una fotografia piuttosto nitida del pop italiano nel 2018. Post-Cesare Cremoni, post-Niccolò Contessa, post-Post Punk di Niccolò Contessa, post-progetto musicale standard, se vogliamo. In fondo, I Miei Migliori Complimenti non sono solamente canzoni “fatte col Mac che parlano d’amore come quella volta che avevo finito internet e ci siamo scritti SMS fino alle tre del mattino” – prendi fiato – ma un discorso un attimo più ampio della musica. Il perché ce lo spiega direttamente Walter Ferrari in quest’intervista, tirando necessariamente in ballo Milano, Carolina e quella scena famossima di Tre uomini e una gamba che, probabilmente, racchiude a dovere il senso del progetto. 

Alla fine ti sei laureato?Perché hai scelto proprio la Bocconi?

Mi sono laureato, triennale e specialistica, Malissimo tra l’altro, ma l’importante era uscire, fare felici i miei, il primo laureato in famiglia e quel genere di cose lì. Quando m’iscrissi non sapevo veramente bene cosa fare, non avevo ancora la testa per intraprendere un percorso da “musicista serio”, iscrivermi alla SIAE… Del resto, non mi sentivo neanche sufficientemente talentuoso per iscrivermi ad un istituto artistico, una scuola come la NABA, re-inventarmi grafico come molti e dedicarmi male sia al design che alla musica. Sfatiamo questo mito che la Bocconi sia una scuola da ricchi, non siamo più negli anni ’80. Ho pensato di sfruttare le mie abilità matematiche ed era sicuramente la facoltà che si prestava meglio alle mie capacità. Ora che il mio progetto è un pochino avviato ed ho un minimo di autonomia economica finalmente posso far fruttare la mia laurea in management. Alla fine a qualcosa è servita.

Infatti, se non sbaglio, sei anche uscito da Costello…

Simo di Costello mi ha aiutato tantissimo, con me ha lavorato benissimo, puoi anche scriverlo nell’intervista, siamo rimasti in ottimi rapporti, io ho deciso di uscire per altri motivi, mi serviva un appoggio totale e quell’appoggio lo potevo trovare solo in me stesso. In seguito si è aggiunto Filippo con cui stiamo elaborando questo progetto un po’ grande che non sappiamo ancora come si evolverà, Digitale 2000, di cui l’unica cosa certa è che I Miei Migliori Complimenti sono l’artista di punta. Finalmente riusciamo ad autofinanziarci, siamo totalmente indipendenti e gestiamo ogni aspetto del nostro progetto: video, comunicazione, collaborazioni. In quest’ottica sì, il mio percorso di studi mi è stato veramente d’aiuto, ho sempre avuto questa mania del gestire le cose.

Un’altra domanda a cui hai già risposto decine di volte, perché hai scelto proprio questo nome?

Allora ti risponderò con una curiosità che non ho mai raccontato a nessuno, è l’acronimo di quel che voglio da Carolina.

Perché tutti gli autori di oggi sono stati segnati da Cremonini, è lui l’inventore dell’itpop?

Galeffi è appassionato di Cremonini, si sente molto, lui mi piace. Se non sbaglio anche Gazzelle è un suo fan. Credo sia semplicemente un discorso generazionale, “Squèrez?” è uno dei capolavori pop della storia della musica italiana, ci siamo cresciuti tutti. Cremonini è molto malinconico, lavora sulle canzoni con un meccanismo simile al mio, rimane bloccato per mesi poi scrive di getto quando viene colpito da una situazione, da un’immagine evocativa. La seconda grande rivoluzione italiana per noi ragazzi nati nei primi anni ’90 sono stati I Cani: secondo me è Contessa il vero inventore dell’itpop. Il fondatore della nuova scuola.

L’indie per me è rappresentato da tutto quello che è venuto prima di questa esplosione, i Tre allegri ragazzi morti, gli Afterhours… Serviva un nuovo movimento italiano, moderno ma completamente nostro, come il britpop in Inghilterra anni fa o il k-pop in Corea al giorno d’oggi. Ogni nazione rielabora la cultura che gli è propria, ma credo che in Italia finalmente sia presente una scena fervida.

L’attitudine DIY, i suoni elettronici, il modo di inquadrare determinate situazione cittadine e di raccontare le relazioni. “Caterina tu mi odi ed io lo so di non farci bella figura…”.  Oltre a Cremonini, l’altra grande influenza che ho trovato nella tua musica è proprio il primo album de I Cani, sbaglio?

A livello di scrittura penso si possa notare, a livello sonoro, invece, il mio tributo è evidente. Considera che tutte le canzoni uscite sotto il nome “I miei migliori complimenti” fino ad oggi sono state scritte nel 2015, quando era già stato pubblicato anche “Glamour”, il momento hype de I Cani.  Ero completamente in fotta, anche se, ovviamente, il lavoro di Contessa che mi ha ispirato di più è stato “Il sorprendente album d’esordio”.

Vieni dal rap, ascolti i grandi cantautori come Tenco e Gaetano, sei appassionato dei Cure ma, in fondo, scrivi musica con il MAC. In un’intervista ho anche visto che ti sei definito punk. Con precisione, ti senti più punk o dadaista?

È un aspetto che mi caratterizza, la mia musica è frutto di tutto ciò che mi ha formato in passato e di quello che mi appassiona oggi. Ed è anche un modo per arrivare alla gente, ogni persona troverà la sfumatura che le è più affine. Devo ammettere che, da adolescente, ho ascoltato un sacco i Blink 182, ma la mia musica ha poco a che fare con il punk anni ’70. Non vorrei offendere nessuno. Quell’intervista probabilmente risale ad un periodo in cui mi piaceva molto utilizzare questo termine. Con punk non voglio descrivere un certo atteggiamento sonoro ma una vera e propria attitudine. Quindi mi sento più punk che dadaista, dadaista darebbe una connotazione troppo intellettuale alla mia musica. Anche se le mie canzoni non sono superficiali come possono apparire. Comunque ecco, io ho gridato a Carolina che non le piaceva facessi la Bocconi quando lei era esattamente la tipica ragazza ricca ma di sinistra. Questo è punk, nella sua versione un po’ più borghese magari, ma pur sempre punk. Come le canzoni del primo Contessa. Post Punk.

Saresti esistito senza Milano?

Madonna, questa domanda non me l’ha mai fatta nessuno. Ti posso dire, sarei sopravvissuto senza Milano, avrei comunque fatto musica, ma I miei migliori complimenti è essenzialmente Milano, in tutto e per tutto.

Approfondiamo il discorso. Milano è la capitale della scena rap ed è l’hub creativo dove la maggior parte degli artisti è costretta a passare. Come diceva sempre Contessa “è qui che stanno le cose”. Ciò nonostante, nel capoluogo sono anni che manca una scena veramente autoctona, tipica. Molte città minori possono vantare una scena molto più fervida di quella milanese. I casi più eclatanti sono quelli di Brescia, Padova o di Perugia, ma il gruppo di artisti che si è maggiormente imposto all’attenzione nazionale negli ultimi anni è quello romano. Carl Brave X Franco 126, Germanò ma anche esponenti di altri ambiti come Zerocalcare, dipingono scorci nitidi della città. Nelle tue canzoni sono rappresentate situazioni ben definite, Gattullo, Il Rocket, il Plastic… Una volta c’era L’Officina della Camomilla ora, i più milanesi, siete tu, M¥SS KETA ed i Coma_Cose. 

I Belize fanno parte della scena Milanese anche se vengono da Varese, come del resto io in realtà vengo da Sondrio e i Selton, che sono i più milanesi di tutti, dal Brasile. Credo che anche questo non essere totalmente milanese sia un aspetto della scena. De Leo, invece, ha perso del tutto la sua milanesità. Fino a qualche anno fa, a mio avviso, nel rap non era cool esporre la propria provenienza ed invece oggi con la trap è il contrario. A Milano la situazione era paradossale, nonostante fosse la città con più locali dove suonare, con più mezzi per proporre la propria musica, con i media principali e col maggior numero di artisti questa scena “tipica” non riusciva a crearsi. Ecco perché acquista significato “hai mai pianto fuori dal Rocket” e non avrebbe mai avuto senso “hai mai pianto fuori da una discoteca” come mi consigliavano di scrivere i vari discografici quando giravo per le etichette, così come Batman e Robin che si baciano davanti al Plastic. Io credo che Milano sia sempre stata “fica” ma non ci abbia mai creduto abbastanza. Esiste una Milano pre Expo -quelle descritta con molta ironia da M¥SS KETA in canzoni come Milano sushi & coca, un po’ tamarrina, paninara – ed una città che ha superato le proprie paure dopo la manifestazione trovando finalmente la sua vocazione europea. Non che l’Expo abbia influenzato direttamente la musica ma, dalla sua conclusione, ha iniziato ad imporsi tutto quel movimento con il senso del “milanesino” di cui forse i Coma_Cosa sono gli esponenti principali.

Non ti dico che è un mio sogno ma, fa crescere questa scena e farne parte, è sicuramente una mia aspirazione. Come ti dicevo prima, I miei migliori complimenti sono un progetto essenzialmente milanese, un altro interprete meneghino è il mio grande amico Saffelli.

La tua musica nasce essenzialmente dietro un computer. Se il progetto dovesse crescere sentirai il bisogno di avere un band?

Io credo che I miei migliori complimenti siano un momento, l’espressione di Walter e delle sue disavventure a Milano in questi anni, 15 canzoni d’amore, in tutto 3 Ep. Lo so che molta gente non accetta ancora la musica fatta al computer, ma siamo nel 2018. Anche nel rap tutti si schieravano contro l’autotune e alla fine l’autotune ha vinto. Non credo che non avere una band sia un limite, almeno oggi. Mentre per i live ci stiamo muovendo proprio in questa direzione, sicuramente nei prossimi concerti sarà sempre presente una chitarra insieme ad un dj.

Ed essere pop vuol dire scrivere melodie orecchiabili o trattare temi che possono arrivare alla gente?

Io credo di essere pop perché, nonostante tutte le reminescenze, ritengo sia il termine migliore con cui descrivere la mia musica. Anche quando facevo rap facevo un rap molto orecchiabile, molto pop, per l’appunto. Ma credo di essermene ormai fatto una ragione, non sono un artista adatto alle radio. Ho visto molti artisti meno pop di me fare il salto in seguito alla diffusione su un canale maistream, ai Coma_Cose è successo con Cattelan. Io, ad esempio, lo vedo dagli ascolti, non piaccio ai giovanissimi, mentre il mio cuginetto di 10 anni si ascolta Ghali. Non sto dicendo che Ghali sia roba da ragazzini, anzi, però il mio non è un format che li raggiunge.

Per il resto sono un ragazzo che abita a Milano, che lavora, il venerdì sera esce e s’innamora come tutti, anche se ho la presunzione di aver sempre ragione e di sentirmi speciale, molta più gente di quel che credo può identificarsi nelle mie canzoni. Ovviamente cerco di andare oltre il concetto di pop “cuore\amore” classico, di essere un po’ più ironico, tagliente ma anche reale. In “Shazam” racconto di essermi innamorato di una ragazza non perché era bellissima ma perché stava shazzamando Flume, un artista che adoro.

Con Carolina quando c’è di vero e quanto è romanzato?

A parte il nome è tutto vero.

Ho letto sui social che sei attivo in un nuovo progetto che non coinvolge, almeno direttamente, la musica, sbaglio?

Non è un romanzo, non è neanche un manuale, non saprei come definirlo. Ma per questo ti do già una data, settembre. È un bel progetto, quel che mi preme che I miei migliori complimenti siano sempre un discorso più ampio della musica.

Che può includere, ad esempio, la moda. Come nel caso di Calcetto Eleganza.

Sono tutte iniziative che volevo attuare da sempre per le quali non avevo ancora i mezzi. In particolare la moda è anche il settore dove lavoro tutti i giorni, curo alcune collaborazione tra brand ed artisti. Quella di Calcetto Eleganza è una delle realtà più interessanti a Milano, loro oltretutto sono anche una squadra reale. Abbiamo avuto modo di creare questa iniziativa carina per “Inter-Cagliari” e ne è venuta fuori una ficata. Qualche altro brand mi ha contattato, valuterò le proposte, vorrei fosse chiaro che non si tratterà mai di indossare un vestito, fare la foto, taggare il brand, ma di creare un progetto su misura con I miei migliori complimenti. Non voglio sembrare uno spocchioso ma credo sia giusto porre dei paletti, non vendersi completamente. I miei migliori complimenti è creare.

E quindi, perché hai scelto proprio questa immagine, Inter- Cagliari?

È tratta da una scena di Tre uomini e una gamba quando Giovanni chiede ad Aldo “ma tu nella vita hai mai rischiato” ed Aldo disilluso ma ironico risponde “una volta ho giocato 2 fisso su Inter-Cagliari”. In questa frame è racchiuso tutto il significato de I miei migliori complimenti.