di Gerardo Russo
Sulla mail di Talassa ci arrivano quotidianamente messaggi di uffici stampa, etichette, artisti e gruppi emergenti che ci propongono di ascoltare la propria musica. Noi siamo felicissimi di farlo e abbiamo deciso di raccogliere in una rubrica mensile le 5 proposte che ci hanno convinto di più, in rigoroso ordine alfabetico. Se avete voglia di farci ascoltare qualcosa, mandate tutto a: talassascolta@gmail.com
Alfonso – Son contento
Scopriamo il giovane cantautore Alfonso con un pezzo da cantare distesi sul marciapiede. Son contento richiama quei brani che ad ogni strofa aggiungono uno strumento, una voce o una sfumatura in più. Agli angoli di una stazione di provincia, l’artista canta la nuova povertà. Quella di chi è rimasto intrappolato tra i fili invisibili di una rete internet. Dimenticando la luce del giorno, ci addormentiamo anche stanotte con il portatile come cuscino. Senza prati e fiori attorno, ma contenti dI uno squallido pavimento arancione. Incapaci di sognare ancora.
Foscari – Giorno
Foscari scava nella nostra intimità con uno spazzolino da denti. Giorno parla della notte, o se vogliamo degli opposti e delle incomprensioni. Le nitide rime del pezzo si allargano tra orizzonti incompatibili tra loro. Il cantante inserisce poi un inaspettato colore teatrale in qualcosa che sarebbe altrimenti un semplice elenco di sensazioni. Tra patire e partire il passo è breve. Soffrire per l’assenza di un’occupazione o per un lavoro che non si ama? Il pastello sfumato dell’artista ne disegna la distanza. La ricerca della felicità finisce nel perdersi in un’immensa tristezza, che emerge nei delicati toni del brano. Dall’alto di un’enorme barricata vediamo le fazioni in lotta da entrambe le parti. Ne invidiamo la forza, senza capire però da quale lato scendere. Ci sentiamo noi stessi la barricata e non c’è treno che possa portarci a casa.
Inner Tongue – Dig deeper
Inner Tongue è un artista di base a Vienna. Dig deeper sembra ripetere ossessivamente quei pensieri che s’impossessano della nostra mente. Le parole nel brano ci vengono sussurrate ma rimbombano con forza a distanza di ore, mentre saliamo le scale o disponiamo i pacchetti tra le buste della spesa. Ci ricordano cos’è che stiamo dimenticando: la voglia di creare, il sogno di muoverci senza schemi, come questa musica che decide ogni istante la frequenza del proprio battito. Direttori d’orchestra della propria vita, scegliamo il ritmo delle nostre giravolte per non fermarci mai più.
Meds – Call me white
I Meds sono un progetto di Roma che ci propone un pop di nuova generazione, in grado di unire suoni elettronici con la naturalezza della musica dal vivo. La camaleontica Call me white è in grado di viaggiare con noi tanto in una metro gremita quanto in un aeromobile con sedili reclinabili. Il pezzo è un vortice di energia. Movimenti sinuosi ed armonici ci mantengono in equilibrio nel nostro viaggio. Perché ogni meta è solo un nuovo punto di partenza, e in ogni viaggio stiamo già pensando al prossimo.
Protto – Basta un colpo di pistola
Protto è un pianista e cantautore tagliente. Basta un colpo di pistola è la sigla di apertura di una squallida vita o il sorriso beffardo di chi la lascia con un colpo di scena. Il pezzo rende un tragicomico musical la vita di chi riesce a ballare solo muovendo le dita dietro la schiena in ascensore. Cravatte animate un po’ troppo strette e camicie bianche come infidi angeli compongono l’universo narrativo del brano. La via che porta al suicidio nella striscia a fumetti del settimanale parrocchiale.