Talassascolta: 5 artisti emergenti per aprile


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di Gerardo Russo

Sulla mail di Talassa ci arrivano quotidianamente messaggi di uffici stampa, etichette, artisti e gruppi emergenti che ci propongono di ascoltare la propria musica. Noi siamo felicissimi di farlo e abbiamo deciso di raccogliere in una rubrica mensile le 5 proposte che ci hanno convinto di più, in rigoroso ordine alfabetico. Se avete voglia di farci ascoltare qualcosa, mandate tutto a: talassascolta@gmail.com

Centoventitré – Cosa t’importa

Il progetto Centoventitré è un turbine di malinconie e bellissimi sorrisi abbozzati. Cosa t’importa è un enorme scioglilingua emotivo che evoca le storie d’amore strappalacrime alla Alex Britti, fondendole con i suoni soffusi del cantautorato di Niccolò Contessa. Un flusso di coscienza che diventa più intenso ad ogni ascolto, mettendo a fuoco le debolezze delle nostre giornate con struggenti perifrasi,  dalle luci di chi porta fuori il cuore a bere al frastuono delle nostre vene. Parole assordanti unite alla leggerezza del mare, per restare a galla anche se soli tra le onde della nostra testa.

Chiara Nikita – Non chiedo di più

Chiara Nikita è una giovane e pimpante cantautrice a cui piace sbagliare strada. Il pezzo Non chiedo di più si ribella agli schemi della poesia, della danza e del tempo. In un non luogo ricco di colori vivaci, la vitalità dell’artista inneggia alla libertà di amare ballando fuori tempo. La spensieratezza del perdersi in coreografie improvvisate, divertenti e un po’ meno eleganti.  Il brano vive nei passi di chi disegna orizzonti improbabili nella pista da ballo, dedicati a chi ci sta attorno e ha voglia di rincorrerli con noi. Felici così, zigzagando di notte tra le margherite incastrate nei sanpietrini.

Elenoir – This war

Elenoir è un’artista tagliente che si rivela nell’oscurità. Una voce densa di drammaticità irrompe nelle atmosfere del brano This war, richiamando l’intensità dei No Doubt e la carica ipnotica di Alicia Keys. Il pezzo si lascia guardare dall’orlo di un precipizio. Ci ritroviamo a girovagare su una melodia che ci attrae pian piano, tra pericoli che stimolano i nostri istinti e tensioni contrastanti in lotta tra loro tra le ondulanti strofe. La paura di scomparire, la voglia di rinascere.

Eleonora Betti – Quaranta volte

La cantautrice Eleonora Betti irrompe filosofeggiando sulle note di pianoforti e chitarre. Quaranta volte è una poetica filastrocca che si infiamma in un valzer violento. Il pezzo volteggia ossessivamente sui limiti della propria vita, sugli errori da non ripetere, per strappare quel rosario logorante che scandisce i nostri pensieri. La misteriosa maestra di un tempo dimenticato scandisce i tempi del brano e del nostro passato, tormentando la nostra coscienza. Le strofe aggrovigliate della canzone si sciolgono però in un ritornello ricco di fiducia e speranza. Stufi di ripeterci continuamente e inutilmente, ci lanciamo nel futuro liberi da quel che credevamo di conoscere. Armati del più naturale coraggio nell’afferrare la vita.

Hesanobody – Cliché

L’electro-pop del progetto Hesanobody mette il turbo ai nostri viaggi interstellari. Uno stile che bussa con prepotenza alle nostre vite, come un innocuo sottofondo per uno spot di un’auto sportiva, per trasportarci poi in un film di fantascienza di nuova generazione. Un’astronave condivisa tra popoli in Erasmus ci porta su un irriconoscibile Marte, accerchiato da strampalati anelli saturniani da prendere in saldo per la nostra incantevole compagna di viaggio. Perderemo il controllo e dimenticheremo sia lei che il viaggio. Nell’era dell’avventura continua e della scomparsa della routine, ci scopriamo così improvvisamente tristi. Ma è solo un Cliché e siamo pronti per ricominciare. O forse no.