Bremain: The Buddha of Suburbia (David Bowie)


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Bremain è la nuova rubrica di Talassa, a cura di Royston Vince, che se ne frega del Brexit. Royston vi consiglierà, di volta in volta, una canzone di un artista britannico. Poi vi spiegherà in un video, che trovate sempre in fondo all’articolo, la sua interpretazione del brano scelto,  parlando prima in italiano e poi in inglese. Insommma, un’ottima occasione per scoprire musica di qualità, ripassando un po’ d’inglese: cosa volete di più?

di Royston Vince

Nel 2001, camminando verso casa, mi capitò di incontrare l’autore Hanif Kureishi che passeggiava lungo la mia stessa strada e non potei fare a meno di fermarmi ed esprimere la mia ammirazione.  Spero di non aver fatto la figura del fan sfegatato mentre gli spiegavo quanto le sue opere fossero state fondamentali per la mia vita.

Solo un paio di anni prima, Kureishi aveva pubblicato Intimacy (1998), che avevo letto in un momento molto particolare e significativo per me.  Mi trovavo di fronte a un bivio: scegliere tra una vita priva di imprevisti, ma infelice, o interrompere il mio percorso e iniziare una carriera nel campo della musica, a Londra. Scelsi la seconda. In questo senso, fu gratificante incontrare l’autore: una persona che, attraverso i suoi libri, mi ha aiutato a plasmare il mio futuro a Londra, città che, così come era stato per lui a Bromley, anche io avevo desiderato, da lontano. Lui, tra l’altro, accolse con grande gentilezza il mio encomio indubbiamente confuso e frettoloso.

 

Tuttavia, Intimacy è solo una piccola parte della storia. Nel miscuglio di auto-giustificazioni che mi hanno aiutato a rompere con il mio passato, c’è senz’altro anche il suo primo romanzo, The Buddha of Suburbia (1990), che, come mi resi conto solo in seguito, aveva già piantato nella mia mente il seme dell’ambizione, insieme a una volontà di raggiungere cose più grandi, migliori.

Tra l’altro, The Buddha of Suburbia era stato anche trasformato in una serie televisiva della BBC nel 1993 e qui c’entra David Bowie, un altro ragazzo di Bromley, piuttosto adatto quindi a realizzare la colonna sonora della serie. In fondo, anche lui aveva compiuto un viaggio dalla “periferia” al centro, anche se 10 anni prima di Kureishi.


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A questo punto, la canzone che vi consiglio oggi è proprio la title track dell’album di Bowie, realizzato appositamente per la serie, dal momento che riesce a catturare magnificamente l’energia e l’ottimismo di chi sa fuggire da quella che molti vedono come la “noia senza speranza” di una vita suburbana, già predeterminata.

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Screaming above Central London
Never born, so I’ll never get old
So I’ll wait until we’re sane
Wait until we’re blessed and all the same
Full of blood, loving life and all it’s got to give
Englishmen going insane
— David Bowie: Buddha of Suburbia