Talassascolta: 5 artisti emergenti per gennaio

di Gerardo Russo

Sulla mail di Talassa ci arrivano quotidianamente messaggi di uffici stampa, etichette, artisti e gruppi emergenti che ci propongono di ascoltare la propria musica. Noi siamo felicissimi di farlo e abbiamo deciso di raccogliere in una rubrica mensile le 5 proposte che ci hanno convinto di più, in rigoroso ordine alfabetico. Se avete voglia di farci ascoltare qualcosa, mandate tutto a:  talassascolta@gmail.com

Kaptain Preemo – I’m gonna save you Bobby

Il rock dei Kaptain Preemo emerge al tramonto, quando ci svestiamo dei nostri abiti d’ufficio e riprendiamo il costume da superoe. I’m gonna save you Bobby è un pezzo che non ha paura di essere cantato di notte con occhiali scuri e capelli pieni di gelatina, nella più malandata delle cantine. Un ritmo spensierato e ribelle, che non aspetta altro che essere ballato tra gli sconosciuti ubriachi di un bar. Solo così si darà un senso alle tante serate karaoke di provincia. Le ore passano e l’alba sembra spaventarci, ma le note di questo brano si allungano man mano. Forse stanotte abbiamo ancora del tempo per vivere.

 

Lennon Kelly – Mazapègul

Fiabe e castelli raccontate dalle chitarre e dalla batteria dei Lennon Kelly. Il punk rock italiano che si fonde con violini e fisarmoniche. Mazapègul è un’avventura tra i boschi, nascondendosi tra i cespugli, salvando fate e sconfiggendo mostri. Un’epopea di eroi e imprese, scappando da un re crudele o navigando per raggiungere l’isola del tesoro. Una gloriosa melodia per scappare da un mondo dove non c’è più nulla di inesplorato. Delle masse che insorgono contro la nobiltà non ci resta che un noioso astensionismo elettorale.

Lorenzo Bonarini – Those who

Il cantautorato di Lorenzo Bonarini ci commuove e ci culla dolcemente mentre facciamo i conti con le nostre paure prima di addormentarci. Those who è un malinconico jingle da assaporare filosofeggiando in riva al mare. Una canzone che con le sue note gira attorno al senso della vita, spiegato ai pendolari alla fermata del bus che intanto guardano l’orario o ci parlano del meteo. Ripetendo “I still don’t know what I’m looking for” l’artista declama la solitudine di chi si sente perso, tra Erasmus, stage, volontariati in Africa e voli low-cost che ci permettono di cambiare più vite che scarpe. Una ninna nanna portatile, un piccolo video in bianco e nero tra le mille luci del nostro smart phone.

mangrovia – Le feste

Il pop artigianale del progetto mangrovia mette in musica le nostre sensazioni più sfuocate. Le feste è una non-canzone, formata da strofe che volutamente si rincorrono e ci portano allo sfinimento, così come il Natale, le luci e i panettoni, che ogni anno si ripetono e che lentamente ammuffiscono nei supermercati fino a diventare colombe pasquali. Un pezzo che esprime la meccanicità di una felicità programmata. Ritmi elettronici per movimenti sempre più telecomandati

Tulipa Ruiz – Cura di te

Tulipa Ruiz è una briosa cantante brasiliana. Cura di te flirta con il jazz, il bel canto all’italiana e il pop da classifica. L’artista, con la sua voce camaleontica, ci regala strofe sinuose ed energici ritornelli. Il giusto pezzo per avere il coraggio di indossare quei colori vivaci da troppo tempo accantonati nel guardaroba. Ascoltiamolo mentre ci prepariamo allo specchio e anche oggi sarà una giornata meravigliosa.