Ormai siamo abituati a festeggiare anniversari, 20-30-40 anni, di artisti e band che hanno fatto la storia della musica e che forse mai avremmo immaginato di vedere invecchiare. Il 2018 sarà l’anno del quarantennale dei Cure. In realtà la band di Robert Smith è stata fondata nel 1976, ma è del 1978 il primo singolo, Killing an Arab, che stranamente non verrà inserito poi nel successivo album di esordio, “Three Imaginary Boys”, datato maggio 1979.
Sarà la prima raccolta del 1980 “Boys Don’t Cry”, una sorta di riedizione del primo album per il mercato statunitense, ad ospitare invece, oltre ad altri due singoli, Killing an Arab, canzone dal titolo controverso (“uccidere un arabo”) che ha costretto i Cure a giustificarsi per lungo tempo di non essere violenti o razzisti. Nonostante ciò, la canzone è stata bandita negli USA dopo gli attentati del 2001 e addirittura qualche volta dopo il 2000 Smith si è ritrovato a cantare Kissing an Arab (“baciare un arabo”) o Killing Another (“uccidere un altro”). Che dire, se i tanti benpensanti avessero fatto lo sforzo di riflettere meglio sul testo, ispirato dal romanzo breve di Albert Camus, Lo Straniero, senza mettere in mezzo ideali e politiche da strapazzo, Robert Smith si sarebbe risparmiato qualche noia.
https://www.youtube.com/watch?v=SdbLqOXmJ04
Ed è proprio recente la notizia ufficiale che per questi 40 anni i Cure si esibiranno a Londra il prossimo 7 luglio all’interno della rassegna “British Summer Time 2018”. Hyde Park ospiterà il megashow, ricco di guest stars tra cui Interpol, Goldfrapp, Editors, Ride, Slowdive, The Twilight Sad.
Quindi, se non avete fatto programmi per l’estate, Londra vi aspetta e magari finalmente Robert Smith ci canterà di un arabo ucciso sulla spiaggia senza che nessuno si offenda.