Coma_Cose: Lunga vita al crossover


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di Michele Canarino Gabriele Naddeo

In Jugoslavia i Coma_Cose cantano che “vengono dal niente e vogliono tutto”. Che poi nel bel mezzo di quel niente California e Fausto Lama nascondano ben più di un mondo è qualcosa che vale la pena sottolineare. Ne l’“Inverno Ticinese” del duo, pubblicato lo scorso 13 ottobre per Asian Fake, convive di fatto un equilibrio perfetto, scomodo e apparentemente impossibile, tra un rap che fugge i cliché e le rime banali e il meglio della tradizione cantautorale italiana. Una tradizione stravolta e riadattata, ma pur sempre sotto gli occhi (e le orecchie) di tutti.  In “Inverno Ticinese” ci troverete  allora come minimo un’ Anima Lattina, dove il miglior Battisti apre le birre da 66cl, una Venere di Rime in preda al vero male del XXI secolo (l’ansia) e un Celentano che spunta fuori da una busta di French Fries (che poi cosa c’entra la Francia se lo chiedono anche i Coma_Cose). Già detto così suona benissimo, considerando che poi i brani sono ancora meglio di quanto sembri, abbiamo pensato che fosse una buona idea farci raccontare direttamente da loro qualche dettaglio in più sul progetto.

 

Come è nato Coma_Cose? Un aneddoto divertente legato alla nascita del progetto?

Coma_Cose nasce così: un giorno Fausto Lama dice a California “secondo me gli Oasis sono il più grande gruppo rock di sempre”. California risponde: ‘potrei anche essere d’ accordo, mettiamo su una band?”.

L’immaginario ricreato nei brani fa spesso riferimento ai grandi cantautori italiani (Anima Lattina su tutte, ma anche la “Venere di Rime”, Celentano ecc.). In questo senso Coma_Cose sembra un po’ l’anello di congiunzione tra la tradizione e il rap. Come si fa a tenere in equilibrio mondi così diversi?

Con tanta libertà artistica, voglia di sperimentare e di divertirsi con la musica. Tutto sommato il nostro genere potremmo definirlo Crossover.

In che modo vengono fuori i brani dei Coma_Cose? Sono le produzioni ad adattarsi ai testi o viceversa?

Alla base di tutto c’è il concetto di noia. Onestamente una canzone di 3:30 minuti strutturata in modo classico ormai ci sembra anacronistica. Ecco perché nei nostri pezzi convivono sempre più mondi, perché è così la vita di oggi, piena di imput e velocissima.


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Finora avete pubblicato 4 singoli ed un EP di 3 canzoni. Che progetti avete per il futuro? Farete uscire un album o pensate che questo tipo di supporto più ”classico” non vi appartiene?

Per ora abbiamo solo tante frasi disordinate sui quaderni e qualche giro melodico in testa. Fare un disco sarebbe un risultato grandioso… ma per fare un buon disco servono buone canzoni 🙂

Nei vostri pezzi si passa dalla provincia al Pakistan, passando per Milano. Come descrivereste la “geografia” dei Coma_Cose?

Più che Milano-centrica diremmo umano-centrica, tutta la nostra poetica è molto intima e riflessiva. Sullo sfondo c’è la città in cui abitiamo, ma crediamo che ognuno possa ritrovarci qualcosa del mondo in cui vive.


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Ad oggi, quali sono i vostri ascolti, sia in ambito italiano che in ambito internazionale?

In questo momento non stiamo ascoltando musica, stiamo guardando molti film. Ci stanno ispirando molto di più  le colonne sonore che le classiche pop song da classifica.

Cosa ci dite invece della vostra etichetta, la Asian Fake?

È una realtà nuova che più che una Label vuole essere una Factory. L’ intento è abbracciare tutto ciò che è urban-culture. Ecco perché noi ci gravitiamo dentro perfettamente 🙂

L’ultima: molto bello il teaser di “Inverno Ticinese”. Vi va di raccontarci qualche retroscena del video?

Ti ringraziamo, visto che ce ne siamo occupati in prima persona partendo dall’idea fino alla regia e al montaggio. Un aneddoto curioso è che finito di montare, seppur le immagini fossero fighe, il sonoro ci sembrava un po’ scarno, e così per scherzo abbiamo deciso di inserire dei vocal di WhatsApp a caso… che alla fine poi abbiamo tenuto!