L’abbiccì dell’architettura – Canova/ LAN Architecture


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di Claudia Casali

Finalmente siamo nel pieno dell’estate. Caldo afoso, gente che si lamenta delle ferie e delle temperature elevate, social invasi da foto di ragazze al mare, di feste in spiaggia e universitari che studiano disperati per la sessione di settembre. Ma, tutto sommato, è bello questo periodo dell’anno. I primi viaggi con gli amici, gli amori estivi, le notti insonni, le sbronze. Le ore di viaggio con la musica a palla. Con le playlist fatte con gli amici. Con i cd del momento. Con le canzoni da cantare a squarciagola e che fanno stare bene.

Avete ragione tutti” accompagnerà i nostri viaggi estivi. Leggero, spensierato e libero, il lavoro dei Canova ha conquistato lentamente il pubblico nostrano, portando il gruppo a cavalcare i palchi italiani per oltre un anno dall’uscita dell’album d’esordio. Pezzi ironici e sinceri. Brani estremamente pop che ti entrano in testa, come Brexit, canzone dedicata a quella generazione di ventenni-trentenni che si trova in bilico tra i sogni e le ambizioni, tra il disagio e il pessimismo dettato dall’attualità.


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Canzoni che raccontano la vita quotidiana, localizzabili nel tempo e negli anni. Portovenere è una di queste. Emblema della spensieratezza è forse la traccia che contiene la più giusta dose di “presa a bene” da intonare nei giorni in cui l’ultima cosa che vuoi fare è incazzarti. Incazzatura e cinismo invece sono presenti in Vita Sociale, critica alla società moderna. Scritta in un periodo non troppo facile per il gruppo, la canzone è stata il biglietto da visita per la band. Con il suo ritornello nato per essere cantato a squarciagola , il brano è da subito diventato una vera e propria hit.

L’amore non può mancare all’interno di un album che tende ad essere generazionale. Expo è la canzone d’amore da dedicare a tutte le storie finite. A quegli amori fuori dagli schemi, che ci hanno lasciato un segno indelebile ma che forse è stato meglio terminassero prima del previsto. Il ritmo incalzante ci accompagna durante tutto il brano, fino ad arrivare alla fine in cui , soprattutto live, viene urlata la frase finale dedicata a tutti i nostri ex amanti (“che stronzi/e!”). Aziz è un’altra traccia che racconta la fine di una storia d’amore. Senza ripensamenti e senza vergogna, lasciando spazio solo alle emozioni. I synth anni ’80 e i cori sono alla base del brano che risulta essere uno dei più interessanti dal punto di vista del suono.

Una delle più belle canzoni dell’album è forse Manzarek. Accompagnato da un videoclip che vede protagonista una bellissima Camihawke, il brano non è stato pensato come una semplice canzone d’amore. È un ricordo che prende il sopravvento. Un tuffo nel passato raccontato con malinconia ed estrema dolcezza. Dolcezza che si ripresenta anche ne La felicità . Una ballata che oscilla tra il malinconico e il poetico, tra il tragico e la spensieratezza, tra il surreale e il reale. Nei testi ritroviamo dei riferimenti espliciti ai The Strokes e ai The Doors, gruppi che hanno influenzato la band. Così come i Thegiornalisti  con il loro album “Fuoricampo” o anche i grandi della musica italiana come Lucio Battisti e Rino Gaetano.

Maradona è forse la canzone che si differenzia di più all’interno di tutto l’album. Con un ritornello che difficilmente esce dalla testa, conquista lentamente l’ascoltatore che si ritroverà a cantarla ripetutamente nell’arco di tutta la propria giornata. La traccia che chiude l’album, La festa-live, è forse il brano più intimo. Piano e voce e nulla più. Essenziale e diretta. Si conclude così, con 9 canzoni, l’album d’esordio dei Canova, mancante di quella decima traccia  Threesome che uscirà proprio nel 2017 e che conquisterà definitivamente il grande pubblico.


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Threesome è un’altra “storia d’amore” finita male. L’avventura amorosa tra il protagonista e le due ragazze ha infatti un finale del tutto amaro e inaspettato. Se il “triangolo amoroso” pensato e raccontato dai Canova ha avuto un risvolto negativo, il triangolo pensato dai LAN (Local Architecture Network) ha ottenuto degli ottimi risultati integrando perfettamente il nuovo edificio nel punto di incontro di due realtà architettoniche parigine di differenti periodi storici.


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40 Housing Units è il progetto ideato da Umberto Napolitano e Benoit Jallon, ideatori dello studio LAN. Il progetto vuole rendere omaggio all’architettura parigina di Haussmann del XIX secolo. L’area sulla quale l’edificio è stato costruito rende del tutto particolare il progetto. È infatti una perfetta estrusione del lotto triangolare sul quale giace la struttura. Insolito per un edificio avere una pianta triangolare, ma lo studio LAN fa di questa pianta non convenzionale il punto di forza del progetto, sfruttando appieno le possibilità spaziali dettate dalla geometria. Gli spazi interni luminosi e ampi circondano una loggia, lasciando il progetto il più flessibile possibile. Questo affinché i locali interni posso essere soggetti, senza troppe difficoltà, a cambiamenti dettati da esigenze future. Pochi sono i materiali utilizzati per la realizzazione dell’edificio. Vetro, acciaio e cemento sono alla base di tutta la struttura che gode di un’ottima vista sulla città parigina e di una grande dose di luce naturale.

Chissà se all’interno di uno degli appartamenti del 40 Housing Units ci sarà mai stato qualcuno che alle tre di notte, estasiato dalla bellezza della luna, si sia bevuto un bel bicchiere di Amaro Lucano magari ascoltando proprio Threesome. Secondo me sì. O almeno a me piace immaginarlo così.

“Per questa notte
Un threesome si potrebbe fare
Stanotte
La luna
Dal cielo ci fa innamorare
Per gioco
Amaro Lucano
Alle tre di notte
Che ce ne fotte”

Canova Threesome