di Gerardo Russo
Sulla mail di Talassa ci arrivano quotidianamente messaggi di uffici stampa, etichette, artisti e gruppi emergenti che ci propongono di ascoltare la propria musica. Noi siamo felicissimi di farlo e abbiamo deciso di raccogliere in una rubrica mensile le 5 proposte che ci hanno convinto di più, in rigoroso ordine alfabetico. Se avete voglia di farci ascoltare qualcosa, mandate tutto a: talassascolta@gmail.com
La Canaglia – Canzoni tristi
Malinconica musica leggera. La Canaglia è una band che sa raccontare le sensazioni che si provano nei momenti peggiori. Canzoni tristi parla di un gruppo di ragazze che ama sentirsi male insieme. Donne che, perse nelle tortuose strade del venerdì sera, gridano forte tutti i loro dolori. Uno strano benessere nel sentirsi male, un modo energico di affrontare emotivamente e fisicamente tutte le difficoltà. La canzone è una fotografia sfuocata di una serata finita male, in grado di farci scorgere nitidamente il colore degli occhi delle protagoniste. Ragazze felici di ballare su un marciapiede sotto la pioggia.
Post Hoc – The Coward
Post Hoc è un artista pugliese capace di creare atmosfere misteriose. The Coward, emozioni domestiche mai catalogate nei nostri pensieri. È la snervante attesa in un ripostiglio durante un nascondino tra amanti annoiati, pronti per uscire allo scoperto e colpirsi all’improvviso, reciprocamente. È un ballo nel proprio monolocale che non ha bisogno di trascendenza, nuvole o cieli stellati per arrivare lontano. È il brivido del cambio d’abito nello spettacolare specchio della cameretta. La canzone ha un ritmo crescente, si nasconde sotto al letto ed esce fuori, carica d’adrenalina, per una nobile partita a scherma armati di calzascarpe. Spegnete i cellulari, altrimenti una stupida chiamata vi riporterà alla realtà. Andate invece nel parco pubblico e godetevi questo rock sull’altalena.
Pulsatilla – Euritmia
I Pulsatilla sono quattro giovani romagnoli che suonano ispirati da bellissimi orizzonti. La melodia di Euritmia riesce a dare armonia a un vuoto pomeriggio estivo. Dalla finestra guardiamo lontano, stufi del nostro quartiere. Viviamo in salita, e abbiamo paura di scendere a valle. Sogniamo di emigrare, invidiosi dei turisti nordeuropei che continuamente fotografano i vestiti stesi ad asciugare tra un palazzo e l’altro. Il mare è a pochi passi, bisogna trovare il coraggio di alzarsi. Si è sempre in tempo a tornare giù e magari a ricominciare a salire da un’altra parte. Troveremo nuove difficoltà e cadremo ancora. Faremo un lungo viaggio e capiremo la bellezza della salita fatta per vedere cosa c’è un po’ più in alto. Forse un nuovo panorama.
Second Youth – On and on
In molte culture al mondo non è considerata così importante la propria data di nascita. I Second Youth prendono ciò alla lettera e tornano negli anni ’90 con questo pezzo scatenato. Il tempo è invece un elemento sempre più asfissiante, in un’epoca in cui siamo costretti a calcolare i tempi di percorrenza di un treno tra una stazione l’altra. Stazioni belle e decadenti, ricche di storie e avventure. I semplici binari ci fanno viaggiare con la fantasia, immaginando inverosimili manifestazioni di operai e impiegati che si ribellano alla condanna dei mezzi pubblici. È un brano che emerge dal sottosuolo, dai treni con l’aria condizionata guasta, che entra nelle nostre vene e ci rende più veloci di un Frecciarossa. Certe canzoni sembrano fatte proprio per darti la forza di correre. Doping.
Tersø – Non mi sento
Tersø è un nuovo e affascinante progetto artistico. Lo scopriamo con una canzone perfetta per trotterellare su una sedia girevole. Il brano riesce a trasformare in musica un intenso stato fisico e mentale, ossia il naturale divenire delle idee nel proprio cervello e il modo in cui esse si dissolvono poi improvvisamente. Lavoro, figli, oppure no? Acquistare un ombrello, smettere di fumare, oppure no? La lucidità dei nostri pensieri, quando li analizziamo, è davvero scarsa. Un gran mal di testa è quello che ci rimane. Una mente paralizzata può rendere cupo qualsiasi paesaggio o farci dimenticare la sensazione del sole o dal vento addosso. Possiamo solo tentare di restare vivi, con gesti disperati dove speriamo di riuscire a provare ancora qualcosa, come svegliarsi all’alba per fare una corsa o tingersi i capelli di un colore assurdo, oppure no.