di Claudia Casali
FRANK LLOYD WRIGHT, Fallingwater (Mill Run,1939)
Stanchi dei servizi di Studio Aperto su come combattere il caldo e sui consigli da seguire per sfuggire alle temperature più roventi? Tranquilli, tra poco meno di due settimane l’estate giungerà al termine e non ci resterà nient’altro che ricordare, con molta nostalgia, i giorni passati in villeggiatura. Mare, montagna, capitali europee, e non, sono tutti luoghi caratterizzati da un fattore comune: paesaggi mozzafiato che tanto amiamo condividere sui nostri social attraverso foto e video. E, come ogni estate, le bacheche di chi ha deciso di passare le proprie vacanze a casa vengono intasate. Se foste stati dei ricchi imprenditori e vi foste chiamati Egdar J. Kaufmann avreste avuto l’opportunità di passare il vostro soggiorno estivo all’interno della Fallingwater House, Casa sulla Cascata, considerata uno dei capolavori del XX secolo. Ad essa è stato dedicato uno speciale francobollo e una copertina del “Time”. Quella che dunque doveva essere una semplice casa per il tempo libero per la famiglia Kaufmann è diventata un vero e proprio simbolo degli Stati Uniti, tanto che nel 1991 l’American Institute of Architects la elegge come la costruzione più importante di tutti i tempi per la cultura statunitense.
Frank Lloyd Wright (Richland Center, 8 giugno 1867 – Phoenix, 9 aprile 1959), uno dei maestri del Movimento Moderno dell’architettura mondiale, decide di costruire l’abitazione in un luogo immerso completamente nel verde. Incastrata tra le rocce delle foreste della Pennsylvania e sospesa su una cascata, la casa si integra perfettamente con gli elementi naturali della zona quali acqua, pietre e alberi. Per richiamare l’ambiente circostante l’architetto decide di realizzare l’intera struttura con una sovrapposizione di piani a sbalzo per riprendere la stratificazione delle rocce e delle pietre presenti in loco. Queste vengono utilizzate, insieme al cemento armato, per la costruzione dell’edificio stesso che risulta così guadagnare un’ottima resistenza a trazione. La continuità tra interno ed esterno viene sottolineata dall’utilizzo di legno e pietre per gli ambienti interni; il camino, considerato il fulcro della casa, viene incassato completamente nella roccia, integrandolo perfettamente con il paesaggio circostante.
L’abitazione è composta principalmente da due parti: la casa principale, costruita tra il 1936-1938, e la casa per gli ospiti, costruita nel 1939 e collegata al resto dell’abitazione attraverso un vialetto a semicerchio. Anche per la scelta dei colori Wright ha deciso di rendere omogeneo l’edificio con il paesaggio circostante: le due tonalità usate sono l’ocra chiaro e il rosso detto “Cherokee”. Nel 1963 la famiglia Kaufmann dona la villa alla Western Pennsylvania Conservancy, trasformando così la casa in un vero e proprio museo a cielo aperto.
Con la Casa sulla cascata si realizza uno dei progetti che meglio rappresenta il concetto di architettura organica: l’intento è stato, infatti, quello di creare e celebrare l’armonia tra uomo-natura-architettura, nozione base dell’architettura giapponese, da sempre fonte di ammirazione e interesse per Wright. Le grandi terrazze a sbalzo, le lunghe vetrate, le scale sospese a ridosso della cascata, le rocce utilizzate come appoggio per le travi rendono il paesaggio circostante il soggetto principale dell’opera dell’architetto statunitense. In questo modo la natura risulta essere protagonista assoluta della casa, tanto da averne influenzato l’intero progetto. Se la natura in architettura gioca un ruolo fondamentale nell’opera di Wright, nella musica italiana lo gioca nelle canzoni di Wrongonyou, giovane cantautore nato e cresciuto sui colli romani che pone al centro delle sue strofe il proprio rapporto con la natura e i vari elementi naturali. The Lake, il suo ultimo lavoro, ne è la massima rappresentazione.
“You gotta respect the rules
Do a coast to coast
Into the lake
Taking falling stars
On to the ground
Will be your light in the darkness night!
You know what I mean!
Stay away from the dark
Live in to the sun!”
Wrongonyou – The Lake