L’abbiccì dell’architettura – Dame Zaha Hadid


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di Claudia Casali

DAME ZAHA HADID, MAXXI (Roma,2010)

Sei mai stato al MAXXI? Quando è che il contenitore è più importante del contenuto? Ok, non sono ubriaca! Le due frasi sembrano sconnesse ma in realtà sono strettamente collegate tra di loro. Il Museo Nazionale delle arti del XXI secolo, dell’architetta irachena Zaha Hadid, è esattamente la perfetta rappresentazione dell’involucro che risulta essere più interessante di ciò che è racchiuso al suo interno; anche il contenuto è importante, sia ben chiaro, ma una volta che ti ritrovi davanti l’entrata del museo, ti accorgi che solo la visuale dell’edificio vale il prezzo del biglietto. Il MAXXI è un’esplosione di pura bellezza: scali sospese, cammini che si intrecciano, pareti con andature curvilinee, ampi spazi, senza divisioni nette, con viste e scorci  fascinosi che inquadrano il panorama romano. L’intera opera, oltre ad essere fortemente influenzata dalla creatività contemporanea che ha sempre caratterizzato le opere di Hadid, è pura espressione di fluidità e movimento.


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Zaha Hadid (Baghdad, 31 ottobre 1950 – Miami, 31 marzo 2016) dopo aver partecipato al concorso internazionale per la realizzazione del museo, incentivato fortemente dal ministro dei Beni Culturali di Roma per sottolineare il grande interesse della città nei confronti della contemporaneità, vince la gara. Così nel 1998 iniziano i lavori per la realizzazione del museo, all’interno di un’area occupata da una caserma militare, ormai in disuso, nel quartiere Flaminio di Roma. Composta principalmente da acciaio, vetro e cemento, la struttura, che occupa una superficie di circa 30000 metri quadri, si integra perfettamente all’interno del paesaggio, uniformandosi con il territorio circostante e generando un vero e proprio “campus urbano”. Il MAXXI è un organismo multifunzionale composto da due musei, MAXXI architettura e MAXXI arte, ed è caratterizzato da una copertura “rigata” che ricorda il vecchio alloggio militare che era presente sul territorio. Nel 2010, anno dell’inaugurazione, il museo vince lo Stirling Prize, concorso annuale di architettura riconosciuto come il più importante riconoscimento britannico rilasciato dalla Royal Institute of British Architects (RIBA),  premio che oltre a riconoscerne il valore architettonico ne sottolinea la sua importanza culturale. Tre parole possono essere utilizzate per esprimere appieno la poetica architettonica del MAXXI: innovazione, multiculturalità e interdisciplinarità.


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Purtroppo l’annuncio della scomparsa dell’architetta, avvenuto qualche giorno fa, ha provocato un grande rammarico all’interno del mondo dell’arte e dell’architettura. Hadid è stata infatti un’artista a tutto tondo: non solo  archistar ma anche designer, pittrice, scenografa e matematica (prima di entrare a far parte dell’Architectural Association School di Londra ha conseguito una laurea in Matematica!). Grazie a lei possiamo leggere il nome di una donna nella lista dei vincitori del Pritzker Architecture Prize, una sorta di “Nobel dell’architettura”: proprio nel 2004, grazie al Museo dell’Hermitage di San Pietroburgo, Hadid ha avuto l’onore di essere eletta come prima donna vincitrice di un premio Pritzker. La rivista “Time” l’ha inoltre inclusa all’interno dell’elenco delle 100 personalità più influenti di tutto il mondo.
Lascia la sua eredità a noi amanti dell’architettura e ai suoi 360 dipendenti che l’hanno accompagnata nel suo lavoro.  Non avendo avuto né figli né partner saremo sicuramente noi a celebrare le sue opere, continuando a ricordarla e ad apprezzarla nonostante il suo improvviso ed inaspettato “ Gran Final ”.

                                                               
 “ Ma di fronte alla morte
Noi siamo di più
Di fronte alla morte noi siamo di più ”
Fask – Gran Final
 

R.I.P  Zaha, queen of the curve