Duecartellespazinclusi (Il taccuino di A.Z.) – Dirty Dicks
di A.Z.
“Polvere”, primo post del mio taccuino per Talassa, è una short story liberamente ispirata dalla curiosa figura di Nathaniel Bentley. Londra è la città dei misteri e delle curiosità per antonomasia. E questa rubrica è iniziata proprio dalla cosa più curiosa che mi ha attratto i primi minuti che ho messo piede in questa città qualche anno fa.
Arrivato, con l’entusiasmo di una piacevole vacanza, come molti italiani in cerca di “low cost holidays”, dopo un volo, anch’esso low cost, e un trasporto in centro con bus navetta verso Liverpool street, la prima cosa che ho notato è l’insegna di un pub. Va bene, effettivamente ammetto di essere sempre attratto da un pub, ma questa era troppo bella per essere vera: “Dirty Dicks”. Non proprio il British style, come dire. Quando poi mi sono trasferito a Londra dopo anni, e da alcuni mesi in realtà, ho cominciato a incuriosirmi dei fatterelli, le storie dietro le quinte che un po’ saranno oggetto di questa rubrica.
Per iniziare quindi, partiamo, da questa parolaccia. Curiosando qua e là, dopo aver fatto varie congetture, vengo a scoprire l’origine di questo particolare nome.
Nathaniel Bentley (1735-1809) era un mercante londinese che aveva varie proprietà, negozi, magazzini e anche un pub, The Old Jerusalem. Si può dire che abbia vissuto in gioventù come un dandy, sempre ben vestito e con i migliori profumi, benestante e con un futuro di buone prospettive. Sebbene non proprio di bell’aspetto, si dice che fosse soprannominato dalla sua cerchia Beau of Leadenahall street, tanta era la sua classe. Un giorno però tutto cambiò per Nathaniel. E ciò accadde il giorno del suo matrimonio. Innamoratosi di una donna, decise di sposarsi, nonostante fosse già maturo, nel 1800. Ma per motivi che ancora non sono riuscito a scoprire, il giorno in cui si sarebbero dovute celebrare le nozze, la futura sposa morì. Questo fatto colpì talmente tanto l’innamorato che cadde in un vortice depressivo fino alla fine dei suoi giorni. Talmente preso dal dolore, la sua vita cambiò radicalmente. Decise in qualche modo di fermare il tempo a quel tragico istante. Innanzitutto, non toccò più nulla nella stanza che aveva preparato in casa sua per il ricevimento nuziale, stoviglie, cibo e altro. Cominciò a non prendersi più cura di se stesso, a non lavarsi e a non cambiare addirittura i suoi abiti. Questo suo nuovo modo di vivere, unitamente al ricordo del vecchio Beau of Leadenahall street, lo resero un personaggio celebre e deriso durante i suoi tempi. Celebre col soprannome di Dirty Dick, e sembra che nessuno a Londra non conoscesse, magari un po’ rivista, la sua storia. Effettivamente gli è attribuita la frase “Se laverò le mie mani oggi, domani saranno di nuovo sporche” in risposta a chi gli chiedeva le motivazioni di tanta scarsa igiene personale. Fino al 1804 comunque in qualche modo si occupò dei suoi affari, ma le sue proprietà erano decadenti e luride, così come riportato da cronache del tempo. Alla sua morte, avvenuta anni dopo il tragico giorno, il suo pub fu rilevato. Il nuovo proprietario che conosceva molto bene la storia di Dirty Dick ebbe un’altra sorpresa. Trovò diversi cadaveri dei gatti appartenuti al defunto in vari stadi di conservazione o putrefazione. Decise però di non disfarsene, anzi pensò di sfruttare la memoria del singolare personaggio. The Old Jerusalem divenne Dirty Dicks e i cadaveri dei gatti furono messi esposti sul bancone del pub. Questi gatti sono stati oggetto di curiosità e visite di tanti avventori e fino agli anni ‘80 del 1900 hanno avuto posto su questo bancone. Successivamente, per questioni igieniche e di rinnovo locali sono stati spostati. Attualmente nel pub, che ha la faccia di un classico pub inglese anche se in una veste contemporanea, è esposta una teca, vicino alla toilette, che conserva i gatti. Chissà cosa ne penserebbe il vecchio Benthley oggi sul lavarsi le mani dopo aver usufruito dei servizi.
La figura di Dirty Dick sembra abbia ispirato il personaggio di Miss Havisham, nel romanzo “Grandi Speranze” di Dickens. Effettivamente le analogie sembrano troppe per non essere vero, sapendo anche le fonti di ispirazione dello scrittore ed essendo documentato che Dickens stesso conoscesse molto bene il personaggio. In Inghilterra sono state prodotte nei decenni diverse trasposizioni cinematografiche e televisive del romanzo. In Italia la più nota probabilmente è la trasposizione cinematografica in chiave contemporanea del 1998 che ha per protagonisti Gwyneth Paltrow, Hethan Hawke e Robert de Niro. Chiaramente per non farci mancare un’altra curiosità il titolo italiano del film (Great expectations) è stato tradotto in Paradiso Perduto, tanto per far venire il dubbio, soprattutto a noi adolescenti di allora e ancora in fase di formazione scolastica, che avesse a che fare con Paradise Lost di Milton. Ma quella delle note traduzioni cinematografiche, e non solo, italiane è tutta un’altra storia.